“TRAFILETTO”:

“LE BUSTE CHE VOLANO”  

A Genova, in occasione dell’annuale Convegno Commerciale, c’é stato un tale che, fra il serio ed il faceto, mi dice: 
“Scusi, ma Lei é un Aerofilatelista ?”
Prima di rispondere, dopo essermi guardato in giro, ho risposto: “Sì …. perché ?”
Con questa persona  ho passato una buona mezz’ora!
La persona, gentile nei modi ed assai distinta, fra le innumerevoli considerazioni, mi ha chiesto se a suo tempo avevo letto i numeri 77 e 78 di “A.I.D.A. Flash”.
Tenendomi sulle generali, mi uscì di bocca: “Mah, credo di sì ..”.
“E allora mediti; mediti sullo stato della F.I.S.A., sulle Giurie, sulle collezioni, sui Regolamenti, sui tanti argomenti di cui è suddivisa l’Aerofilatelia, sui documenti che si possono esporre o su altri che pur avendo i “requisiti” fanno tuttavia arricciare il naso alle Giurie…, sui collezionisti che sempre meno espongono …”.
Poi, ci siamo salutati e confesso di essere rimasto lì, come un allocco, sorpreso di notte dai fari di un grosso camion!
Qualche giorno dopo, messi a posto tutti gli strascichi del Convegno Commerciale Genovese, a casa mi sono letto i due articoli che appunto compaiono su “A.I.D.A. Flash” n° 77 e 78.
Improvvisamente, due cose: mi tornano alla mente il colloquio con “quel Signore” – ed immediatamente – tutte le considerazioni che mi sono fatto ogni volta che ho esposto; ho pensato tanto ai 17 punti di differenza fra un “verdetto” e l’altro ed alle  tante cose  che ho visto … e che mi son capitate:
Mi son visto allora dalla parte di colui “checirestamale” e dalla parte di chi invece “devegiudicare”! Ho fatto le mie esperienze anche fra questi secondi.
Commentando l’articolo di Romani Bini “Aerofilatelia e dintorni” e la risposta di Costantino Gironi, debbo dire che, quasi quasi, vorrei cavarmela come Ponzio Pilato ( ma in questo momento mi manca il catino ). E azzardo allora qualche idea.
Dal loro punto di vista, tutti e due esprimono idee che non fanno una piega: gli errori dei Comitati Organizzatori, i commenti ai verdetti delle Giurie, raccolti qua e la, anche fra chi non c’entra niente: e la rigidità dei Regolamenti F.I.P., che dovrebbero essere rivisti e, non tanto modificati, quanto piuttosto completati, resi chiari, più dettagliati ed … addolciti.
Nel frattempo, la Storia Postale è stata suddivisa in vari periodi, così come la Tradizionale.
Ed invece, resta purtroppo ferma in un immobilismo che francamente non si capisce la nostra beneamata Aerofilatelia.
Soprattutto vien da guardare le tante sfaccettature che la nostra Aerofilatelia offre e che , pur essendo tutte degne d’interesse, sono agli antipodi l’una con l’altra.
Pensiamo un pò – sempre per restare nell’ambito delle Esposizioni F.I.P. – alla collezione di Primi Voli, molto interessante perché di “ampio respiro”, composta da materiale che soddisfa gli occhi, tutto materiale veramente “storico”: poi, alla collezione di “Posta Aerea”, che contiene invece documentazione certamente non “preparata”, ma che risponde – con le sue semplici affrancature – alla vera esigenza di comunicare, anche attraverso i cieli, fra Paesi lontani – e magari in guerra -, con l’indicazione delle principali “rotte” e le tariffe ( che rappresentano ancora oggi una vera “croce e delizia”… ): e dico subito che questo ultimo tipo di collezione se ne deve andare dritto dritto fra la Storia Postale! Meglio, tuttavia, se è un Giurato di aerofilatelia ad esprimere il verdetto!
Così facendo, mi pare che – forse – le rigide regole che oggi guidano il giudizio per una collezione di Aerofilatelia ( che potrebbe comprendere quindi, oltre l’apertura delle Linee, anche un pò di tariffe ed un pò di storia di quel “primo volo”, con qualche – perché no – bella cartolina, dell’epoca ed “inerente” ), potrebbero risultare più elastiche ed un pò meno restrittive da applicare.
Che poi esista, purtroppo, la “sudditanza”, della “F.I.S.A.” dalla “F.I.P.”, bé, “il va sans dire…”.
Pensiamo per esempio a cosa avviene soltanto in Italia: quanti circoli sono Federati “F.I.P.” e quanti “F.I.S.A.”!!?.
E’ ovvio che che le “palanche” sono in mano della F.I.P. e con esse le decisioni ed i dettami rigidi ed indiscutibili imposti alla “F.I.S.A.”!
Ragazzi ( … si fa per dire … ): forse non ci resta che applicare una regola, questa volta “di vita” e – cogliendo il famoso attimo fuggente – … incontriamoci più spesso e divertiamoci sempre tanto con le nostre belle “buste che volano” !
 

Giorgio Rocchi

P.S.

A proposito delle varie “sfaccettature” offerte dalla nostra Aerofilatelia ed a quanto precede in ordine ad una netta differenza fra POSTA AEREA ed AEROFILATELIA , vorrei ancora fare qualche considerazione.

Qui di seguito, due documenti Aerofilatelici:

documento N° 1 – Aerogramma del 1° volo “COMET JETLINER” B.O.A.C. da Singapore a Londra, il “16 OCT52 -15AM” con arrivo a Londra “17 Ottobre  1952 h. 9” (orologio) affrancata con 50 cent.

 documento N° 2 – Lettera Raccomandata Aerea tre porti da Scudai (Singapore) a Genova, il “3JUN49” ed arrivo “9 Giugno 1949 h. 24”

E’ subito evidente l’intrinseca differenza fra i due documenti: il primo è “Aerofilatelia” il secondo “Posta Aerea”.

Sul primo documento troviamo vari elementi , storici, immediati, interessanti, tariffa esatta, volo regolare con tanto di “tempo di durata”, insomma un pezzo che non fa una grinza.

Sul secondo, cambia tutto!

Vediamo di farne un esame: Tariffa 3 porti, transiti a: SINGAPORE (4 JUN), AEROPORT FAROUK (7 JUN) ROMA (9 Giugno): notiamo il timbro “A.V.2“, sigla voluta dall’U.P.U. e da indicare sul “form” attaccata alla Valigia (corriere) postale aerea: in pratica significa che quella corrispondenza può proseguire Via Aerea: è insomma un altro tipo di O.A.T. “Onward Air Transmission”, ossia fare proseguire per via aerea.

Questi cachets venivano apposti sul cartellino di spedizione (TAG) attaccato o alla valigia postale o impresso sul primo documento che comprovava il “fustello postale”. Ogni lettera raccomandata aveva sempre diritto all’apposizione del cachet.

Gli aerogrammi – nella loro maggioranza – ricevevano tale timbro non presso l’Ufficio Postale di partenza, ma presso un altro Ufficio, anche distante, lungo la rotta.

Nel nostro caso il timbro “A.V.2” è stato apposto al CAIRO unitamente al timbro di Censura Egiziano, al momento del cambio fra l’aereo della “Imperial Air” ( o della B.O.A.C.) e quello che proseguiva per ROMA (L.A.I.).

Ma non crediate che tutto finisca qui!

L’elemento Aerofilatelico che “domina” nel primo documento – a pensarci bene – non offre  forse anche un esempio di “apertura di una nuova Linea Aerea”, quindi di nuova opportunità per il servizio postale aereo, il che mi fa piombare direttamente nella STORIA POSTALE ? ANCHE SE CERTI GIURATI ARRICCIANO IL NASO!

Per il secondo, non ci sono dubbi: è STORIA POSTALE PURA!

E allora ? Aerofilatelia e Posta Aerea hanno quindi la comune radice della STORIA POSTALE ?

Se proprio non si è tipi che vanno avanti col paraocchi come i cavalli bisogna riconoscere che è proprio così!