L’anno europeo della Musica

C.E.P.T. 1985 – L’analisi

parte quarta

di Marco Ghiglione

La serie di due valori emessa dalle Poste Francesi è particolarmente significativa nella scelta dei soggetti, che sono due compositori di grande valore, uno medioevale, Adam de la Halle, ed il secondo contemporaneo, Darius Milhaud. Sono interessanti anche i richiami musicali delle vignette, che, come si è visto per altri stati (ad esempio Andorra e Finlandia), hanno riferimenti ricchi di storia antica e moderna, che hanno belle ricadute in campo filatelico. Innanzitutto bisogna segnalare la particolarità di una FDC “cumulativa” dei due francobolli, in questo caso recante l’annullo di Strasburgo, trattandosi di emissione “europea”, che include la chiesa di Arras (vedi oltre) ed il Palazzo del Consiglio d’Europa.

fig. 1 – FDC francese – edizioni J.F. Courbevoie

Adam de la Halle è nato ad Arras intorno al 1237 ed è morto in una località imprecisata, probabilmente a Napoli e comunque in Italia, intorno al 1288 o al 1306. Anche sotto il profilo filatelico-postale, come  vedremo gli abitanti di Arras vanno giustamente orgogliosi di aver dato i natali ad un musicista così importante.

Arras (Atrecht in olandese) è una città francese di circa 45.000 abitanti che si trova vicino al confine con l’Olanda. Storicamente importante, la sua cittadella, progettata dall’architetto militare e maresciallo di Francia Sébastien Le Prestre de Vauban, è stata classificata dall’UNESCO nel luglio del 2008 Patrimonio dell’umanità.

Fu fondata dalla tribù belga degli Atrebati, e, sotto il dominio romano, prese il nome di Atrebatum. Sviluppatasi nel medioevo in senso commerciale e religioso (si trova sulla via Francigena), divenne poi un importante centro culturale, dove fiorirono i generi letterario-musicali dei trovieri e quello dei menestrelli, che si riunivano in puy (società) o in confraternite. I Puy d’Arras e la Confrérie des jongleurs et bourgeois d’Arras hanno avuto un’importanza fondamentale nello sviluppo di questo genere.

Una produzione artigianale tipica era quella degli arazzi: questa parola deriva proprio dal nome della città. Per la sua posizione strategica, fu ripetutamente oggetto di devastazioni e di dominazioni. Alla fine, solamente nel 1654 fu unita definitivamente alla Francia.

Non fu risparmiata neppure durante le due guerre mondiali.

Ad Arras nacquero anche il rivoluzionario Robespierre (1758) e l’avventuriero Vidocq (1755), che ispirerà diversi personaggi letterari, fra i quali Jean Valjean in I Miserabili di Victor Hugo.

fig. 2 – Arras nel territorio francese  fig. 3 – stemma della città fig. 4 – Arras nel XVI secolo

Tornando al personaggio in oggetto, il troviere Adam de la Halle, conosciuto anche come Adam de la Hale, Adam le bossu (il gobbo) e Adam d’Arras, era egli stesso a sottolineare di non essere gobbo, essendo a conoscenza del soprannome che gli era stato affibbiato. Inviato dal padre a compiere studi ecclesiastici a Vaucelles per fargli prendere i voti, tornò ad Arras e si sposò con Maroie. Pentitosi di aver interrotto gli studi, tentò di riprenderli a Parigi senza consenso del padre. Trascorsi alcuni anni in modo dissoluto, fu coinvolto in vicende politiche e costretto all’esilio a Douai. Nel 1271 tornò ad Arras al servizio di Roberto II d’Artois, seguendolo nei suoi vari spostamenti. Una volta a Napoli, dopo i Vespri Siciliani (1282) passò alla corte di Carlo d’Angiò, re delle Due Sicilie.

Adam de la Halle è un personaggio di fondamentale importanza, essendo stato l’iniziatore del teatro medioevale “profano”, sganciato dai moduli del dramma liturgico. Proprio alla corte di Napoli compose il suo lavoro più famoso, Li jeu (anche “gieus”) de Robin et de Marion, una pastorella drammatica, che mette in scena personaggi “agresti” e cavallereschi, così come avviene nei versi della pastorella lirica, con alternanza di versi recitati e cantati, con intervento di strumenti musicali, probabilmente sia per accompagnare il canto che per eseguire le danze.

figg. 7, 8 – Una maximun ed una FDC ispirate a Li jeu de Robin et deMarion – disegno di P. Lambert

Come si diceva, la città di Arras va particolarmente orgogliosa anche in senso filatelico-postale del proprio antico figlio. Ecco alcuni esempi:

figg. 9, 10 – “Livret souvenir” a cura del Circolo Filatelico di Arras

Il “Livret souvenir” a cura del Circolo Filatelico di Arras, è stato emesso in 300 esemplari in occasione del 700° anniversario della morte di Adam de la Halle, fatta cadere, nonostante i numerosi dubbi, proprio nel 1285, per 700 anni prima dell’Anno Europeo della Musica e conseguente emissione filatelica CEPT! L’annullo speciale riporta la chanson inserita nella vignetta del francobollo francese.

figg. 11, 12 – Nel 1986, il Circolo Filatelico di Arras celebra il suo 20° anniversario di fondazione
con una cartolina riproducente il francobollo  CEPT (fig. 10),
 e con l’organizzazione di un’esposizione tematica alla “Salle de l’Harmonie” (fig. 11).

figg. 13, 14 – Una maximum con l’Hotel de la Ville ed una cartolina pubblicitaria della città di Arras;
entrambi gli esemplari portano l’annullo speciale con la melodia di Adam de la Halle

Nel medioevo Arras non è la città del solo “Adam”, ma anche di Jean Bodel (ca. 1167 – 1210) e Baude Fastoul.  Bodelfu un poeta e giullare vissuto ad Arras dal 1994 circa fino a quando, malato, fu costretto a recarsi in un lebbrosario, mentre Fastoul nacque nella città francese e visse diversi decenni tempo dopo il primo. Il rapporto dei due e di Adam de la Halle con la città di Arras, è ben approfondito dalla tesi di dottorato del genovese Alessandro Pozza, studioso di Filologia romanza, della quale raccomando la lettura ai cultori del genere.

Ma il brano che ci interessa, compreso nella vignetta del francobollo francese, è tratto dalle 36 Chansons, ed è esattamente D’amourous cuer voel canter, che apre la raccolta edita a Parigi nel 1872, rifacendosi ai manoscritti già a quel tempo catalogati.

L’origine della chanson viene fatta risalire al 1147, quando il trovatore Marcabrun indica nella sua opera di aver fatto les mots et le son (“Fetz Marcabruns los motz eil son”). Il termine “son” diventerà poi il “song” inglese ed il “Ton” tedesco, contrapponendosi, in un certo senso, al “cantus”. Da qui la “chanson”, che fonde le caratteristiche delle due espressioni, e che sarà fondamento a tanta parte della musica occidentale nei secoli successivi. Ecco il testo delle prime due strofe:

fig. 15 – testo della chanson “D’amourous cuer voel canter”

Ora il raffronto tra il particolare della vignetta e quello del documento dell’epoca (il manoscritto 657 della Biblioteca di Arras):

figg. 16, 17 – particolare della vignetta del francobollo emesso dalla Francia
e particolare tratto dall’antica edizione della chanson

Dal medesimo volume abbiamo la melodia completa in notazione antica e in trascrizione moderna. Si tenga presente che gli studi musicologici ottocenteschi non erano evoluti come gli attuali, perciò una trascrizione fatta oggi presenta sicuramente delle differenze rispetto a quella del 1872. Anche per quanto riguarda il testo, recenti studi hanno elencato diverse varianti. Infatti, questa chanson ci è giunta in sette manoscritti diversi, ed in ben cinque di essi è la prima melodia della raccolta di Adam de la Halle. Il “Canzoniere” di Arras ci presenta il brano in un modo particolare: la lettera iniziale “D”, molto elaborata secondo tradizione, è inoltre sovrastata da una miniatura che raffigura un monaco con tonsura seduto ad un banco, con una penna in una mano e qualcosa che assomiglia ad un raschietto nell’altra (tale miniatura costituisce la parte centrale del francobollo francese). Sembra che stia copiando o scrivendo un libro. E’ possibile che la scelta di questo soggetto come apertura dell’intera raccolta stia nel fatto che le chansons si consideravano appartenere all’arte letteraria. In un’altra edizione pervenutaci, nella miniatura si trovano due uomini che siedono ad un banco. Quello di destra ha le gambe incrociate e tiene una carta sulla quale sono scritte le prime parole della chanson con alcune varianti rispetto a quelle mostrate in fig. 15: Damoureus cuer voel cant… . A destra vi sono sette persone, due della quali probabilmente donne, che dimostrano che l’esecuzione, recitata o cantata che fosse, era pubblica, e non vi si trova la presenza di strumenti musicali.  In questa chanson di apertura, l’artista proclama la sua incrollabile fedeltà alla sua amata, che probabilmente egli aveva visto una sola volta; alcune persone malvagie vorrebbero che la lasciasse, ma egli sarà paziente, e coloro che le staranno intorno conosceranno il vero significato di “cortoisie”. J. H. Marshall, profondo studioso di Adam de la Halle, finemente afferma che queste chansonssono “canti che parlano d’amore”, piuttosto che “canzoni d’amore”, e celebrano l’idea stessa di amore più che le qualità “fisiche e morali” della persona amata.

fig. 18 – la chanson in notazione originale quadrata – fig. 19 – la chanson in notazione moderna (1872)

Ecco una trascrizione recente. La si confronti con quella di fig. 19: anche chi non legge musica si accorgerà di parecchie differenze.

Qui il trascrittore dichiara che la ritmica assegnata è una via di mezzo fra quella suggerita dall’originale e pura invenzione.

fig. 20 – trascrizione recente della chanson

Per finire, alcune particolarità filatelico-postali.

fig. 21 – FDC “preziosa“ con impressione  in foglia d’oro

fig. 22 – maximum con annullo di Strasburgo (su una cartolina dell’edizione antica della chanson) – fig. 23 – maximum “spiritosa”