I SERVIZI POSTALI STRANIERI IN PALESTINA 

Alcuni mesi addietro, Gianluigi Roncetti, responsabile del ns. sito  mi ha invitato a presentare un piccolo contributo all’attenzione di tutti i ns. soci e di tutti i filatelisti che navigano su internet. Finalmente, in questi giorni di caldo torrido ferragostano, sono riuscito a trovare un po’ di tempo per offrirVi poche righe (per nulla impegnative o particolarmente approfondite) che possano suscitare curiosità e interesse nei confronti di un argomento estremamente affascinante, ovvero la complessa e straordinaria vicenda dello sviluppo dei servizi postali dei paesi europei (Austria-Ungheria, Germania, Francia e anche Italia) in Palestina, la Terra Santa, sempre alla ribalta della storia e della cronaca di tutti i giorni per i terribili conflitti e le violente tensioni che l’attraversano.

UN PO’ DI STORIA…

L’interesse delle grandi potenze europee nei confronti della Palestina e dei Luoghi Santi (Gerusalemme e le altre località citate dalla Bibbia e dai Vangeli), risalente già al Medioevo con le Crociate e i commerci delle Repubbliche Marinare (principalmente Genova e Venezia), faceva parte della Questione d’Oriente e del cosiddetto Regime delle Capitolazioni, ovvero del lento e progressivo smembramento al quale fu sottoposto l’Impero Ottomano a partire dalla metà del XVIII secolo fino alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, causato dalle guerre e dalle rivolte continue nelle varie province dell’impero (Grecia, Balcani, Egitto), spesso incoraggiate dagli stati europei. Nel caso della Palestina s’intrecciarono motivazioni economiche (tutela dei mercanti europei) e religiosi (tutela dei Luoghi Santi e delle varie comunità cristiane presenti: cattolici, protestanti e ortodossi) che costrinsero le grandi potenze a intervenire massicciamente, in particolare dalla seconda metà dell’800 e a scontrarsi tra loro, accaparrandosi concessioni dall’ormai agonizzante Impero Ottomano: sfruttamento di giacimenti minerari, costruzione di strade e linee ferroviarie, dazi doganali favorevoli e, da ultimo, l’apertura di uffici postali. Con la catastrofe della Prima Guerra Mondiale e il crollo dei grandi imperi sparirono gli uffici postali stranieri in Palestina e con essi quel che rimaneva dell’ultimo dei grandi imperi orientali. La Palestina fu occupata dagli Inglesi fino al 1948 anno della fondazione dello Stato d’Israele; il dramma attuale di quella regione era solo agli inizi!

L’AMBIENTE…

La Palestina e i cosiddetti Luoghi Santi erano già da alcuni secoli sotto il dominio ottomano (e lo sarebbero stati fino alla fine della Prima Guerra Mondiale). Le autorità turche avevano diviso l’area (corrispondente oggi, grosso modo, allo Stato d’Israele e ai territori sotto controllo palestinese) in tre regioni (sanjaq): Gerusalemme, Nablus e Acri. La popolazione era prevalentemente di origine araba, in gran parte analfabeta, dedita soprattutto alla pastorizia; le aree più popolose erano ovviamente le città costiere, ove erano presenti antiche comunità ebraiche; floride erano, inoltre, le attività commerciali e molto frequenti gli scambi con l’Europa. Intorno al 1880, con il formarsi dei primi movimenti sionistici in Europa, incominciarono ad affluire nella regione, in modo sempre più massiccio, le prime avanguardie di coloni ebrei e furono fondati i primi insediamenti stabili. Tali insediamenti furono favoriti dalle grandi potenze europee (in particolare dalla Germania e dalla Russia) che vedevano di buon occhio lo stabilirsi di loro cittadini di origine ebraica in quelle zone per lo sviluppo dei commerci e per aumentare la propria influenza politica ed economica sullo stato ottomano. I centri più popolosi erano, oltre ovviamente a Gerusalemme (18000 abitanti nel 1850, 100000 nel 1914 dopo l’arrivo degli immigrati ebrei), Giaffa (11000 ab. nel 1850, 50000 nel 1914), Caifa (2000 ab. nel 1850, 20000 nel 1914).

I “PROTAGONISTI”…

Gli Ottomani

Naturalmente in Palestina, oltre alle poste straniere esisteva il servizio postale ottomano, poco affidabile quanto poco presente. Questo fu uno dei pretesti che le grandi potenze camparono quando si trattò di istituire propri uffici postali in Terra Santa come in altre zone dell’ex Impero Ottomano. Vi rammento che l’apertura di un’agenzia postale al di fuori dei propri territori nazionali, atto unilaterale e di per se stesso arbitrario, divenne a partire dalla fondazione dell’Unione Postale Universale – U.P.U. (Berna, 1874), alla quale l’Impero Ottomano aderì molto presto, un’azione illegale, contraria agli stessi dettami dell’U.P.U., sottoscritti da tutte le amministrazioni postali del mondo. A partire dal 1840 l’amministrazione postale ottomana incominciò ad aprire propri uffici postali nei centri più importanti (Gerusalemme e Beirut) per fronteggiare l’ormai incombente presenza straniera. Tra il 1860 e il 1870 furono aperti altri 9 uffici e le autorità di Costantinopoli incominciarono a chiedere la chiusura delle poste straniere, invano, poiché la loro concorrenza ed efficienza erano indubbie! Nel 1863 (finalmente!) le poste ottomane emettevano i loro primi francobolli. Dopo altri tentativi di chiusura delle poste straniere nel 1881, in quanto l’Impero Ottomano era membro dell’U.P.U., si arrivò al 1900, quando ai sudditi ottomani fu vietato di utilizzare le poste straniere: la tensione era al massimo! I movimenti nazionalistici turchi soffiavano sul fuoco; pochi anni dopo l’Impero Ottomano entrava in guerra contro l’Italia (1911); nel 1914, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, venivano chiusi tutti gli uffici postali stranieri in Palestina. 

Gli Austriaci

L’amministrazione postale austriaca comprese ben presto l’importanza di istituire, in accordo con le rappresentanze consolari e le agenzie locali del Lloyd Austriaco (la grande compagnia di navigazione austriaca con sede a Trieste), degli uffici postali nelle più importanti località della Palestina. Nel 1837 fu stipulato l’accordo con il Lloyd per la raccolta e il trasporto della corrispondenza via mare. Il primo ufficio postale fu aperto nel 1852 a Gerusalemme, due anni dopo (1854) seguirono Caifa e Giaffa. Tutta la corrispondenza di questi primi anni era, ovviamente, non affrancata ed è molto rara. I tre uffici funzionarono fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale e alla conseguente entrata in guerra dell’Impero Ottomano a fianco della Germania e della stessa Austria. Nei primi anni del ‘900, l’Austria si accordò con i coloni ebrei per il trasporto della posta dai loro insediamenti agli uffici postali austriaci sulla costa; inoltre furono aperti uffici temporanei in località come Betlemme e Nazareth per favorire i pellegrini cristiani durante le grandi festività. E i francobolli? C’erano naturalmente anch’essi. Nel 1863 furono introdotti in tutti gli uffici postali austriaci all’estero (e quindi anche in Palestina) i francobolli del Lombardo-Veneto, per la precisione l’emissione del 1863 Aquila Asburgica, composta da 5 valori: 2, 3, 5, 10, 15 soldi (in Austria fu emessa la medesima serie con valori in kreuzer); nel 1869 furono dichiarati fuori corso ed utilizzata solo la nuova emissione del 1867, sette valori: 2, 3, 5, 10, 15, 25 e 50 soldi con il ritratto di Francesco Giuseppe. Seguirono (fino al 1908) la bellezza di altre 8 emissioni (oltre a due serie di segnatasse), con relative varietà e ristampe; le poste austriache erano solite soprastampare le emissioni destinate agli uffici nazionali (dall’emissione del 1888 fu utilizzata la valuta locale turca: parà e piastre). Furono, inoltre, utilizzati svariati tipi di interi postali: cartoline, biglietti, fascette per giornali, bollettini per pacchi, certificati d’impostazione ecc. L’organizzazione postale austriaca in Terra Santa fu non solo un ottimo esempio della presenza straniera, ma soprattutto dell’efficienza europea (asburgica in particolare) in un’area geografica strategicamente importante.

I Francesi

L’interesse francese per la tutela dei Luoghi Santi risaliva addirittura all’epoca delle Crociate, per non parlare, in tempi più recenti, della “puntata” di Napoleone a Giaffa e a San Giovanni d’Acri, durante la ben nota campagna d’Egitto (1798-1801). A partire dalla metà dell’800 i Francesi istituirono uffici postali presso le rappresentanze consolari, in particolare a Gerusalemme (dal 1858), a Giaffa (1852); la corrispondenza viaggiata di questo periodo è, ovviamente, molto rara. Nel 1906 fu aperto un ufficio anche a Caifa; tutti gli uffici furono chiusi nel 1914. Intorno al 1860 (e fino alla fine dell’800) s’incominciò ad utilizzare i francobolli francesi, dapprima le emissioni del 1853-60 con l’effigie di Napoleone III poi via tutte le altre serie ordinarie francesi. Nel 1885 fu emessa la prima serie per gli uffici postali all’estero, soprastampando un’emissione francese del 1876; 5 valori in valuta turca. Ne seguirono altre, in particolare molto importante è quella del 1902, ben 15 valori in centesimi e piastre. Furono naturalmente utilizzati interi postali (cartoline, biglietti ecc.) Alla fine della Prima Guerra Mondiale, i Francesi occuparono il Libano e la Siria fino alla fine degli anni ’20, nell’ambito della spartizione dell’Impero Ottomano, in accordo con la Gran Bretagna.

Gli Italiani

Nonostante che la presenza italiana nei Luoghi Santi fosse molto antica per il retaggio delle Repubbliche Marinare (Genova e Venezia in testa) e per la presenza degli ordini religiosi (principalmente i Francescani a Gerusalemme), le poste italiane furono le ultime ad aprire un ufficio postale a Gerusalemme, precisamente il 1° Giugno 1908; tale ufficio fu chiuso a causa della guerra Italo-Turca il 1° Ottobre 1911 e riaperto il 1° Dicembre 1912; fu definitivamente chiuso il 30 Settembre 1914. Occorre anche rammentare la presenza in Palestina, dal 1917 al 1921, di un distaccamento di truppe italiane, la corrispondenza del quale veniva inoltrata in Italia tramite gli uffici postali militari britannici presenti nella zona. Il ns. ufficio postale di Gerusalemme utilizzò fino al 1909 francobolli italiani ordinari, le emissioni speciali per gli uffici postali italiani nell’Impero Ottomano, nonché gli interi postali e i bollettini per i pacchi . Nel Febbraio 1909 fu emessa una serie speciale per quest’ufficio ed anche degli interi postali, soprastampando le serie ordinarie italiane di quegli anni.

I Russi

L’interesse della Russia zarista nei confronti dei Luoghi Santi era non solo di natura economica ma anche religiosa, ovvero di tutelare il prestigio delle comunità cristiano orientali: ortodossa e armena. Analogamente all’Austria, le poste russe avevano stipulato accordi per il trasporto della corrispondenza con la compagnia di navigazione nazionale più importante: la R.O.P.i T. Furono aperti, fin dalla metà dell’800, uffici postali ad Acri (che fu presto chiuso), a Gerusalemme, Giaffa e Caifa (chiusi nel 1914). Fino al 1909 furono usati i francobolli emessi per tutti gli uffici russi nell’Impero Ottomano: ben 8 serie, realizzate soprastampando in valuta turca le emissioni russe di posta ordinaria. La prima emissione risale al 1865; nel 1909 furono vennero alla luce due emissioni (composte da 9 valori): una per l’ufficio di Gerusalemme e una per Giaffa, entrambe in valuta turca. Fra il 1910 e il 1913 comparvero, inoltre, altre quattro serie. Furono anche utilizzati gli interi postali (cartoline, biglietti postali, bollettini per pacchi ecc.) predisposti per gli uffici nell’Impero Ottomano.

I Tedeschi

Anche i Tedeschi, un po’ come gli Italiani, giunsero per ultimi in questa singolare competizione “postale”, poiché, così come il Regno d’Italia, anche l’Impero di Germania, si formò più tardi rispetto agli altri grandi stati europei. Solo, infatti, negli ultimi anni dell’800 furono inaugurati i due uffici postali di Gerusalemme e Giaffa. In questi uffici furono utilizzati dapprima i francobolli ordinari tedeschi, poi le emissioni destinate agli uffici tedeschi nell’Impero Ottomano emesse a partire dal 1889 fino al 1908 (6 serie), per lo più in valuta turca, oltre ai soliti interi postali (cartoline, biglietti e fascette per giornali) Analogamente a quanto fecero le poste austriache, quelle tedesche presero accordi con gli stanziamenti ebraici per lo smistamento ed il trasporto della corrispondenza verso gli uffici sulla costa (a Giaffa in particolare).

CONCLUSIONI

Il ns. breve viaggio nella Terra Santa della fine del secolo scorso in mezzo a francobolli austriaci, francesi, italiani, russi e tedeschi sta per concludersi (almeno per il momento); l’argomento, anche se a volte un po’ ostico, è senz’altro interessante e spero che abbia suscitato in Voi un po’ di curiosità. Come avrete certamente notato si è perennemente immersi nella storia e anche i collegamenti con la realtà politica, sociale e geografica della Palestina attuale sono quanto mai numerosi e stimolanti. 
Per chi volesse approfondire e avere una panoramica dei francobolli emessi dalle diverse amministrazioni postali straniere presenti in Palestina alla fine del secolo XIX, nonché studiare i diversi annullamenti utilizzati dagli uffici postali, può consultare:
Bale Holy Land Catalogue Stamps and Postal History during the Rule of the Ottoman Empire, Tel Aviv, 1999 (http://www.bale-catalogue.com).

Vi ringrazio di cuore della Vs. cortese attenzione e auguro a tutti in bocca al lupo per le Vs. collezioni.

Arrivederci!

Ermenegildo Nitta 
Associazione Filatelico-Numismatica “La Lanterna” – Genova