Il campo di concentramento 
internati civili di Calvari

Antonio A. Piga

La Val Fontanabuona è una ridente e operosa vallata della Riviera Ligure di levante, dove gravitano la maggior parte delle industrie che lavorano l’ardesia. Essa si estende, alle spalle della costa, dal passo della Scoffera sino a Chiavari. Nel Comune di San Colombano Certenoli, presso la Borgata di Calvari, precisamente nella località Piani di Coreglia, è esistito un campo di concentramento per internati civili denominato Campo 52. Dei campi per internati civili poco si sa, e ancora meno si è scritto nell’ambito della Storia Postale. Il Campo 52 di Calvari non farebbe eccezione alla regola se non fosse per un approfondito e documentato articolo di Giorgio Viarengo “Calvari, Campo Numero 52” apparso sulla rivista STORIA E MEMORIA anno 2001 n° 2.

Il Viarengo, oltre ad aver consultato una nutrita bibliografia, ha potuto intervistare un ufficiale in servizio al campo, il quale ha messo a disposizione dello Stesso, il suo archivio personale. Da tutto ciò n’è nato uno scritto molto documentato, la cui lettura consiglio a tutti quelli che volessero approfondire ulteriormente l’argomento, anche dal lato puramente storico. Io stesso mi rifarò ai dati in esso riportati per dare completezza a questo scritto. Il Campo 52 di Calvari fu approntato all’inizio del 1941, e funzionò sino al luglio del 1944 quando fu definitivamente chiuso e smantellato.

Fig. 2-3
Lettera datata 23 marzo 1944 del giornalista e scrittore Leonida Balestreri, 
attivo militante nelle file di Giustizia e Libertà, ai propri familiari.

Il campo, costruito dal Genio Militare di Caperana, fu situato su un ampio pianoro fra la sponda destra del torrente Lavagna e la collina. Era costituito da 44 baracche di legno, di un ampio edificio in muratura in cui erano alloggiate: la cucina, il refettorio, la biblioteca, la sala riunioni, la cappella, il teatro e lo spaccio.

In una costruzione a parte era alloggiata l’infermeria presso cui prestavano la loro opera medici italiani e a volte, gli stessi prigionieri. Il complesso poteva accogliere contemporaneamente circa 4.000 prigionieri. (fig.1).

All’inizio, il Campo accolse prigionieri Inglesi, successivamente Neozelandesi e Sudafricani, complessivamente transitarono nel Campo circa 15.000 prigionieri. Con la nascita della Repubblica Sociale Italiana, il Campo fu adibito dalla fine del 1943 al gennaio 1944, alla custodia degli ebrei, un centinaio, arrestati a seguito del famigerato ordine di polizia n° 5 del 30 novembre 1943. Dopo l’ultimo trasporto del 21 gennaio 1944 verso la Germania, al Campo di Calvari non transitarono  più internati ebrei, ma solo internati politici. I detenuti politici  ospiti del Campo furono in totale 93, di cui 8 donne di nazionalità non italiana e 85 italiani, in gran parte provenienti dalla provincia di Genova. I detenuti politici furono trasferiti in scaglioni successivi al Campo di Fossoli e da lì in Germania.

Questi trasferimenti terminarono verso la metà di giugno 1944. Della corrispondenza di uno di questi internati posso produrre una lettera data 23 marzo 1944. (fig. 2 – 3).

Si tratta di una lettera inviata ai propri familiari, dal giornalista e scrittore Leonida Balestreri attivo militante nelle file di Giustizia e Libertà. Dal suo scritto stralcio queste poche righe:

“Oggi dopo 23 giorni da che è avvenuto il mio fermo, sono stato per la prima volta interrogato, il giudice mi ha rivolto alcune brevi domande, a conclusione delle quali mi è stato dato di sapere le ragioni della mia attuale situazione: sono imputato di “vilipendio del fascismo e delle sue istituzioni” fatto verificatosi a mezzo stampa nel periodo 2 agosto 8 settembre 1944  (si tratta di un lapsus, intendeva dire 1943) e giudicabile dal Tribunale Speciale”.

Non procedo oltre nella trascrizione della lettera perché tratta argomenti personali che non ritengo utile rendere di pubblico dominio.

Queste poche righe danno però un’idea del clima che si respirava in quei giorni così bui della storia italiana.

La poca corrispondenza che io conosco, inviata dagli internati politici, risulta inoltrata attraverso l’Ufficio Postale di Pian dei Ratti, situato nelle vicinanze del Campo, sulla sponda sinistra del Torrente Lavagna.

Non sono a conoscenza dell’esistenza di corrispondenza inviata dagli internati ebrei. Ciò non esclude che possa essercene stata. 
In data 13 maggio 1944 il Comando Militare Provinciale passa la gestione del Campo di Calvari all’Autorità Civile, in realtà, questo passaggio, si protrasse sino al 7 luglio 1944, quando il Campo fu definitivamente abbandonato e smantellato con “relativo recupero del legname e materiale edilizio ad opera della popolazione” come dice testualmente l’Ansaldo.

Con queste brevi note, mi auguro di aver contribuito ad aggiungere un piccolo tassello nella conoscenza di un settore poco conosciuto com’è quello degli Internati Civili.