BALILLA UN EROE GENOVESE

Michele Perrone

La Repubblica di Genova nel XVIII secolo si trovava in piena decadenza; era ormai tramontata l’antica potenza militare, ed era costretta a convivere con potenze come Francia, Austria, Prussia, Spagna, Gran Bretagna, che dettavano la politica europea.

In quel tempo era in corso la guerra di successione austriaca (1740-1748), per l’elezione contestata di Maria Teresa d’Asburgo ad Imperatrice del Sacro Romano Impero.

L’Imperatrice Maria Teresa d’Austria.

Cartolina Maximum, che riproduce Maria Teresa d’Austria

Il marchese Antoniotto Botta Adorno, da molti anni iscritto nell’albo d’oro della nobiltà genovese, era, però, prevenuto contro i genovesi, perché suo padre, per un attentato commesso nel 1689 nel territorio di Ovada, era stato condannato a morte, alla confisca dei beni ed alla distruzione della casa, ed era latitante con una taglia della Repubblica sulla sua testa.

Cartolina affrancata lato veduta, che riproduce il Castello della Pietra, proprietà dei Botta Adorno.

Nel 1746 Genova venne coinvolta nella guerra ritrovandosi le forze austriache al comando del generale Marchese Antoniotto Botta Adorno che occupavano la città. Il generale, sotto il ricatto di un minacciato eccidio, pretese il pagamento di 3.500.000 lire genovine d’oro e il governo della Repubblica, non essendo in grado di reagire, per limitare ulteriori danni, cedette al ricatto e pagò l’ingente somma.

Cartolina illustrata, ritratto del Generale Antoniotto Botta-Adorno

In quel tempo venne aperto in città l’ufficio delle Poste di Milano e dell’Impero Austriaco nella zona di Castelletto, presso i forni pubblici.

Da notare che in questo periodo operavano in città le Poste genovesi, le Poste di Spagna e le Poste di Francia e, data l’importanza commerciale della piazza, i corrieri delle due potenze incrociavano i loro percorsi a Genova.

La sollevazione del popolo genovese, il quale da sempre mal sopportava le intimidazioni e i soprusi, scoppiò spontaneamente nel sestiere di Portoria, a seguito dello sprofondamento del mortaio detto “Santa Caterina”, che gli austriaci stavano trasportando.

La prepotenza dei soldati austriaci, che pretendevano di essere aiutati dai cittadini presenti ad estrarre dal fango il mortaio, fu la miccia che fece esplodere la rivolta popolare. Più che le fonti storiche, la tradizione vuole che in quella occasione un ragazzo detto “Balilla” che assisteva alla scena, al grido “che l’inse? “, che in dialetto corrisponde all’espressione “(volete) che inizi? (la zuffa)”, lanciando una sassata contro gli odiati invasori, avesse dato inizio alla rivolta. Al sasso del Balilla fece seguito una furiosa gragnola di sassate da parte del popolo inferocito, che mise in fuga i soldati, costretti ad abbandonare sul posto il pezzo d’artiglieria.

Cartolina illustrata, raffigurante il primo atto della sollevazione popolare contro gli austriaci invasori. Quadro del pittore Miolato, 
Banca d’Italia, Genova.

Lastra di marmo inserita nel piano stradale nel punto dove il 5 dicembre 1746 
affondò il mortaio austriaco attuale Via 5 Dicembre.

Cartolina illustrata che riproduce il quadro dei pittori Emilio Busi e Luigi Asioli.

Cartolina illustrata, raffigurante le barricate durante la sommossa.

Cartolina illustrata, raffigurante cittadini arrestati davanti ai giudici tiranni.

Cartolina illustrata, raffigurante l’Imperial Regio Generale Antoniotto Botta Adorno che consegna ai senatori il Proclama

Cartolina illustrata, raffigurante l’interno del Palazzo Fassolo, dove si era insediato 
il Comando dell’Esercito Austriaco.

Cartoline da inquadrature varie dell’opera cinematografica “Balilla”, il piccolo grande eroe genovese.

Targa stradale della via dedicata al Balilla.

Nei giorni seguenti i fatti di Portoria, in tutti i sestieri della città il popolo si organizzò con numerose barricate, per contrastare da solo le azioni degli invasori, in quanto il Governo della Repubblica non era in grado, o non voleva, contrastare militarmente gli austriaci.

La battaglia infuriò particolarmente presso le porte di S. Tomaso (attuale zona Principe) e sulle alture adiacenti di Oregina e S. Rocco.

Finalmente, a seguito degli incessanti bombardamenti dei rivoltosi presso lo stato maggiore del generale Botta Adorno, il quale venne lievemente ferito, la batteria di S. Benigno in mano agli invasori, smise di bombardare la città.

Le truppe dell’esercito austriaco sono cacciate dalla città dalla popolazione infuriata, quindi anche i relativi ufficiali postali appena insediati, devono frettolosamente fuggire, in quanto fatti segno da numerosi colpi di moschetto.

Il generale si diede alla fuga rifugiandosi a San Pier D’Arena con le sue truppe migliori.

Saputo che i paesi erano insorti, per paura di essere fatto prigioniero, il generale ordinò di marciare verso il passo della Bocchetta, lasciando il genovesato.

Palazzo Ducale.

Un popolano si recò a Palazzo Ducale con le chiavi di Porta S. Tomaso, raccomandando al Doge e ai Consigli al completo, per il futuro di meglio custodirle, perché recuperate col sangue del popolo.

Il giorno 11 dicembre 1746 per tutta la città in festa si udiva solo il grido di ringraziamento “Viva Maria”.

Per un secolo il nome di Balilla entrò nell’oblio, fino a quando con il Risorgimento venne ricordato come personaggio protagonista dei primi esempi di ribellione nei confronti degli invasori del territorio italiano ancora diviso in numerosi staterelli, retaggio di fatti storici medioevali d’Italia.

Nel 1846 sorse tra i Liguri e i Subalpini l’idea di un reciproco dono, come segno di fraternità.

In pratica i torinesi dovevano donare una statua del Balilla, e reciprocamente i genovesi una statua di Pietro Micca.

Cartoline relative alle statue di Balilla e di Pietro Micca.

Nel 1847 fu commemorato il 101anniversario della cacciata degli austriaci. Alcune stampe dell’epoca riprodotte in queste due cartoline testimoniano l’evento.

Fronte e retro di due cartoline edite dall’Unione Genovese per il Natale 1915.  Al retro delle stesse si legge: 
“ai prodi soldati d’Italia, doloranti per la Patria negli Ospedali Militari di Genova”.

Il patriota e poeta genovese Goffredo Mameli, nel 1847, scrisse il testo dell’inno inizialmente intitolato “Canto Nazionale” (come da manoscritto originale), conosciuto come “Inno di Mameli”. Nel testo dell’inno è inserito il nome dell’eroe genovese, nella strofa: “i bimbi d’Italia si chiaman Balilla”.

3 febbraio 1942
“i bimbi d’Italia si chiaman Balilla”.

L’inno di Mameli fu musicato da un altro genovese: Michele Novaro; cantato dai patrioti sui campi di battaglia della Iguerra d’Indipendenza e delle Cinque Giornate di Milano (1848).

Biglietto postale delle Forze Armate, proveniente dal Corpo di Spedizione Italiano in Russia, Posta Militare N° 88 per Germignaga (VA). Al recto affrancatura da 50 cent. con annullo di Posta Militare N° 88, bolli e fascetta di Censura. Al verso testo e musica dell’Inno di Mameli, in cui è evidenziata la frase

Cartolina postale in franchigia per le Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana.

Battaglie di Goito e Pastrengo relative alla Ia Guerra d’Indipendenza.

4 giugno 1951
Ricevuta di Conto Corrente Postale, rilasciato dalla Succursale N° 8 di Via Michele Novaro.

Cartoline commemorative del 50° anniversario delle Cinque Giornate di Milano.

Intero postale relativo ai moti di Milano. (fronte e retro)

Intero postale commemorativo dell’inaugurazione del monumento
 alle cinque Giornate di Milano.

Francobollo commemorativo del Risorgimento Cinque Giornate di Milano

Francobollo commemorativo del Centenario del monumento dedicato 
ai caduti delle Cinque Giornate di Milano

Con lo scoppio della Ia Guerra d’Indipendenza contro gli austriaci, con la conseguente sconfitta di Novara e la successiva Rivolta di Genova del 1849, il progetto delle due statue fu accantonato.

23 aprile 1849
Lettera da Genova per Biella, spedita da un soldato del Reggimento Piemonte della IV Compagnia di stanza a Forte Begato. Al recto bollo D.C. “R. POSTA MILSARDA” (Regia Posta Militare Sarda), segno di tassa da un decimo di lira. Al verso bollo d’arrivo “25 APR.”

27 giugno 1959
Busta 1° Giorno relativa al Centenario delle battaglie della IIa Guerra d’Indipendenza.

Con la IIa Guerra d’Indipendenza risultata vittoriosa contro l’Austria, finalmente si riparlò delle due statue (Balilla e Pietro Micca) che vennero fuse con il bronzo dei cannoni nemici.

La prima collocazione della statua del Balilla, fu nell’atrio del Palazzo Civico. In seguito si preferì trasferirla nella piazza dell’Ospedale di Pammatone, su un basamento di granito dal quale sgorgava l’acqua da due becchi di ferro.

Fino al 1875 la fontana esisteva ancora, in seguito venne eliminata.

Nel 1881, centenario della morte dell’eroe, il monumento fu rialzato e fu aggiunta una cancellata esterna.

Piazza antistante l’Ospedale di Pammatone.

Medaglia commemorativa in onore del Balilla, opera dello scultore Giovanni Carbone.

Cartoline che riproducono il monumento di Balilla.

Lapide collocata al centro del monumento, dettata dal Prof. L.T. Belgrano.

Nel 1875 venne istituita una commissione municipale per stabilire quale delle due famiglie Perasso di Genova e di Montoggio, hanno avuto per antenato il famoso Balilla.
La commissione decise per l’origine di Montoggio, anche se nei libri parrocchiali di S. Stefano di Genova è iscritto nei nati di Portoria del 1735 un omonimo Giovanni Battista Perasso.

Cartolina che riproduce la casa di Pratolongo (Montoggio) dove i discendenti di Giovanni Battista Perasso di Montoggio, ritennero sia nato Balilla,
 e dove apposero una lapide in cui si legge l’ epigrafe.

Il G.B. Perasso di Genova, prima garzone poi padrone nella tintoria del padre, morì in vico Capriata nel 1781.

Cartolina realizzata dalla sezione filatelica ITALIMPIANTI, i cui uffici di progettazione si trovavano nel Sestiere di Portoria, in piazza Piccapietra. Al recto è illustrato uno scorcio di vico Capriata disegnata da Badiali nel 1958 al tempo della demolizione, per far posto all’attuale centro direzionale. Al verso è riprodotta la carta topografica della zona con evidenziata la posizione di vico Capriata, nelle adiacenze si può notare via Balilla, piazza Portoria, via Cinque Dicembre, relative all’eroe giovinetto.

Nel 1881, durante i festeggiamenti per il centenario della morte del genovese G.B.Perasso, la Società di Mutuo Soccorso Pensiero Ligure collocò in vico Capriata una lapide con il seguente testo:

Altra occasione per far rivivere il mito di Balilla, fu l’entrata dell’Italia nella Ia Guerra Mondiale.

Cartolina in cui viene messo in risalto che, sia nel 1746 che nel 1915, i nemici da combattere erano sempre gli austriaci.

Cartolina di propaganda per le sottoscrizioni al Quinto Prestito Nazionale, anche in questo caso si fa leva sul patriottismo sfruttando la figura del Balilla.

Cartolina edita dal Municipio di Genova, a favore delle famiglie dei soldati.

Un atto di prodigalità dell’industria e commercio genovesi a favore dell’esercito combattente, si ebbe nel 1917, con una raccolta di denaro, probabilmente di diverse migliaia di lire, quante occorsero per pagare la fattura di un mirabolante aereo “Il caccia Ansaldo A1 Balilla”.

25 agosto (1918)
Invito alla cerimonia di consegna dell’aeroplano da caccia “Balilla”, offerto dall’industria e commercio genovesi.

Quadro di Giacomo Balla in cui è riprodotto il
caccia Balilla.

Erinnofilo che riproduce l’Ansaldo A1 Balilla.

Con l’avvento del fascismo nel 1922, il mito di Balilla fu ancora una volta riscoperto ed esaltato molto più che per il passato; fu fondata l’Opera Nazionale Balilla, in cui vennero inquadrati i ragazzi con modalità paramilitari.

Cartolina disegnata da Aurelio Craffonara, relativa all’Albergo dei Fanciulli Umberto I°, a favore dei “figli dei richiamati”.

Cartolina celebrativa della prima visita a Genova di Benito Mussolini 
il 24 maggio 1926.

L’Opera Nazionale Balilla fondata il 3 aprile 1926 con scopi di assistenza e per l’educazione fisica e morale della gioventù dall’ottavo al tredicesimo anno di età.

Affrancatura meccanica in uso presso l’Opera Nazionale Balilla di Roma.

Nel valore da 20 centesimi della serie di francobolli celebrativi del decimo anniversario della Marcia su Roma, è riprodotto il monumento al Balilla e un ragazzo in divisa da Balilla moschettiere.

4 agosto 1935
Busta intestata Opera “Balilla” del Comitato provinciale di Bergamo

Medaglia dell’Opera Nazionale Balilla, dell’anno dell’era fascista VII.

6 settembre 1930
Documento in carta bollata del Municipio di Udine, con due etichette erinnofile da 25 centesimi pro Opera Nazionale Balilla 
del Comitato provinciale di Udine.

Cartella di una “Tombola Gastronomica” organizzata dal Comitato Manifestazioni dell’Opera Nazionale Balilla, svoltasi a Genova il 22 febbraio 1931-IX, a beneficio delle attività assistenziali dell’O.N.B.

Lettere dell’ONB, due diverse carte intestate relative alla 108 – Legione Balilla

16 agosto 1931
Lettera dell’Opera Nazionale Balilla, comitato provinciale di Genova, carta intestata del presidente provinciale.

Cartolina commemorativa dell’Opera Nazionale Balilla, con frase di Mussolini 
– Edizione IRES, Palermo. 

Cartolina di convocazione (recto e verso), senza data, ad una adunata presso la sede dell’Opera Nazionale Balilla di Casella (Ge) spedita dalla sede genovese dell’O.N.B., 729a Legione Milizia Avanguardia-Monte Grappa-Via Cesarea-Genova.

Libretto personale di valutazione dello stato fisico e della preparazione militare della Gioventù Italiana del Littorio, iniziando con i Balilla per giovani dall’ottavo al tredicesimo anno di età.

Libretto personale di valutazione dello stato fisico e della preparazione militare della Gioventù Italiana del Littorio, interno della parte prima: i Balilla dall’8° al 13° anno di età.

Affrancatura meccanica in uso presso la presidenza centrale 
dell’Opera Balilla a Roma

9 settembre 1934
Annullo speciale in uso presso l’Opera Nazionale Balilla – Campo Dux.

7 agosto 1937
Annulli speciali in uso presso l’Opera Nazionale Balilla
Corso Nazionale Graduati.
A

Tessera del Comitato Provinciale Genovese dell’Opera Nazionale Balilla del 1930.

13 giugno 1937
Annullo in uso a Berlino-Grunewald in occasione di una manifestazione sportiva dell’OPERA BALILLA.

In occasione della visita del Duce a Livorno il giorno 11 maggio 1930 VIII E.F.; il Comitato Provinciale  dell’Opera Nazionale Balilla di Livorno, emise un’etichetta erinnofila commemorativa al prezzo di 30 centesimi pro comitato, molte persone in buona fede e/o furbescamente affrancarono le proprie corrispondenze con questa etichetta, le poste dal canto loro, forse per rispetto al Duce, la bollarono regolarmente come se fosse un vero francobollo e neppure fu tassata.

11 maggio 1930
Cartolina da Livorno per città, affrancata con l’etichetta in oggetto, bollo “Livorno/ (sezioni riunite)/ 11.5.30”. 
Dal testo si evince quanto segue: il mittente ed il destinatario sono filatelici!

30 Luglio 1929
Cartolina della Colonia Balilla di Genova “Benito Mussolini”.

27 Giugno 1931
Altra cartolina della Colonia Alpina dell’Opera Nazionale Balilla.

Immaginetta recto e verso realizzata a cura del Comitato Provinciale “O.N. Balilla” di Genova, in occasione del Precetto Pasquale 
dell’Anno Santo – XI dell’E.F.(1933).

Cartolina commemorativa della Giornata dell’Opera Nazionale Balilla del 1935, edita dal Comitato Provinciale di Forlì.

Cartolina commemorativa dell’Opera Nazionale Balilla del 1934, edita dal Comitato Provinciale Irpino.

Cartolina commemorativa della Sagra del Balilla organizzata nel 1934 
dal Comitato Provinciale di Genova.

Tessera dell’Opera Balilla di Genova, Direzione Ginnico-Sportiva del 1935.

Cartolina commemorativa della Settimana del Balilla 5-10 dicembre 1936 
svoltasi a Genova.

Foglio intero di etichette dell’Opera Balilla, relative alla Lotteria di Tripoli 1936 sovrastampate C.C.I. N. 27644 GENOVA.

18 ottobre 1936
Busta intestata Opera Nazionale Balilla 110a Legione Milizia Avanguardia, spedita da Ge-Sampierdarena per città in franchigia.

Cartolina del Comando Federale dell’Egeo, P.N.F. corrispondenza per i combattenti. Foto Bierti-Rodi (Egeo).

Pagella scolastica relativa all’anno scolastico 1943/44, nella cui copertina è indicata la dicitura “Opera Balilla”.

29 maggio 1944
Cartolina in franchigia “OPERA BALILLA”, con il testo del giuramento alla Repubblica Sociale Italiana, spedita dalla Posta di Campo N. 715 
(Battaglione Fiamme Bianche), Campo di addestramento Battaglioni Avanguardisti ubicato a Velo d’Astico (VI), per San Giorgio di Nogaro (UD).

Durante il ventennio fascista, il nome di Balilla fu utilizzato dalla FIAT per un suo modello di autovettura.

Cartolina pubblicitaria disegnata da Codognato, che riproduce il modello automobilistico “Balilla” della FIAT e ragazzo in divisa da Balilla 
nell’atto di tirare un sasso.

8 giugno 1934
Aerogramma con affrancatura meccanica pubblicitaria della FIAT, con due marchi  “leader” del periodo tra cui la Balilla.

Cartolina pubblicitaria disegnata da Codognato, che riproduce i marchi della FIAT e dell’auto Balilla, nonché il ragazzo in divisa da Balilla.

2 giugno 1933
Busta con affrancatura meccanica pubblicitaria della FIAT con marchio Balilla FIAT 508.

21 marzo 1940
Busta con affrancatura meccanica pubblicitaria della FIAT con tre marchi 
di autovetture tra cui la nuova Balilla.

Cartolina pubblicitaria della Carrozzeria Viotti S.A., 
che riproduce l’autovettura Coupé Royal su Balilla.

(W Matteotti) … W Matteotti M il Fascismo

a morte M(ussolini) ERA ORA W BADOGLIO W IL RE

Nel settembre 1943 alla base della statua di Balilla venne collocato un cartello che diceva:

“Balilla chinn-a zù che son torna chì”

riferendosi all’occupazione tedesca in atto.

Cartolina di propaganda della R.S.I. in cui sono evidenziati i due fatti storici da eliminare dalla storia d’Italia: caduta del fascismo e armistizio con gli Alleati.

Da segnalare che anche i partigiani genovesi per una loro formazione adottarono il nome di Balilla; dimostrazione questa che travalica le ideologie, il nome dell’eroe genovese al pari di quello di Garibaldi è definito campione della libertà.

Documento rilasciato dalla Divisione “Cichero” Brigata Balilla della VI zona operativa, 
firmato il comandante della Brigata “Battista” (Angelo  Scala).

Nei giorni che precedettero l’insurrezione di Genova, uno dei più cruenti scontri fra i partigiani e le forze armate della Repubblica Sociale Italiana coadiuvate dai tedeschi, ebbe come teatro piazza De Ferrari a poca distanza da Portoria. Gli scontri portarono alla resa delle Forze Armate Germaniche del Generale Günter Mainhold al Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria presieduta da Remo Scappini.

Documento rilasciato dal Comando della VI zona operativa, firmato “Canevari” (Umberto Lazagna), uno dei principali estensori del Piano A per la liberazione di Genova. Il documento è controfirmato dal commissario della Brigata Coduri “Leone” (Bruno Monti).

Con la fine della IIGuerra Mondiale e con l’avvento della Repubblica Italiana, ritornarono sulla scena i partiti politici

Stemma della Repubblica Italiana

Nell’aprile del 1949, dodici Paesi occidentali tra cui l’Italia, firmarono a Washington il “Patto Atlantico”, un’alleanza difensiva e di collaborazione economica detta anche N.A.T.O.

Patto Atlantico.

Anche in questa occasione il monumento di Balilla venne ancora una volta coinvolto nei fatti politici della nazione. La sinistra genovese non era d’accordo sull’entrata dell’Italia nella N.A.T.O.; un giorno venne trovato un eloquente cartello alla base del monumento:

“NO! AL CONSIGLIO ATLANTICO

AMI GO HOME”

Durante la campagna elettorale del 1951 per l‘elezione del sindaco di Genova, la Democrazia Cristiana genovese diffuse una cartolina di propaganda in cui si rappresenta la cacciata del Prof. Gelasio Adamoli (sindaco uscente), inoltre si vedono una serie di illustri personaggi genovesi, tra cui si può notare al centro il Balilla.

Cartolina di propaganda della Democrazia Cristiana edita per la campagna elettorale del 1951.

Durante la sistemazione della zona di Portoria, le numerose demolizioni del tessuto urbano antico per dare spazio all’erigendo centro direzionale, coinvolsero la piazza dove era collocato il monumento al Balilla.

La statua fu provvisoriamente collocata nel cortile di Palazzo Tursi (Municipio). A lavori ultimati il monumento ritornò in piazza Portoria il 4 dicembre 1973, non più di fronte all’Ospedale Pammatone nel frattempo demolito, ma davanti al nuovo Palazzo di Giustizia che prese il posto del vecchio ospedale

Cartolina che illustra la statua di Balilla, provvisoriamente collocata a Palazzo Tursi.

Nel 1992 nell’ambito del 1° Congresso Nazionale Lega Nord Liguria svoltasi a Genova, vennero preparate tre medaglie-monete da 1 scudo in rame, da 5 scudi in ottone e da 5 scudi in argento, con al recto l’immagine del Balilla, anche in questo caso sfruttando il personaggio  come campione di libertà..

Medaglie-monete da 1 scudo – 5 scudi  relative al Congresso Nazionale Lega Nord Liguria

L’associazione “A Compagna”, sodalizio che si occupa della difesa delle tradizioni storiche, artistiche e folkloristiche genovesi, e l’Associazione Filatelico-Numismatica “La Lanterna”, hanno realizzato questa cartolina e ottenuto l’annullo postale speciale.

Cartolina commemorativa del 250° anniversario dell’episodio di Balilla, e relativo annullo speciale.

Monumento del Balilla al Passo del Bocco (m. 1010).

INNO DEL BALILLA
Vittorio Emanuele Bravetta

Fischia il sasso, il nome squilladel ragazzo di Portoria,e l’intrepido Balillasta gigante nella storia.Era bronzo quel mortaioche nel fango sprofondòma il ragazzo fu d’acciaioe la Madre liberò.Fiero l’occhio, svelto il passochiaro il grido del valore.Ai nemici in fronte il sasso,agli amici tutto il cuor.Fiero l’occhio, svelto il passochiaro il grido del valore.Ai nemici in fronte il sasso,agli amici tutto il cuor.Su lupatti, aquilotti!come sardi tamburinicome siculi picciottio gli eroi garibaldini!Vibra l’anima nel pettositibonda di virtù;freme, Italia, il gagliardettoe nei fremiti sei Tu!Fiero l’occhio, svelto il passochiaro il grido del valore.Ai nemici in fronte il sasso,agli amici tutto il cuor.Fiero l’occhio, svelto il passochiaro il grido del valore.Ai nemici in fronte il sasso,agli amici tutto il cuor.Siamo nembi di semente,siamo fiamme di coraggio:per noi canta la sorgente,per noi brilla e ride maggio.Ma se un giorno la battagliaagli eroi si estenderànoi saremo la mitragliadella Santa Libertà.Fiero l’occhio, svelto il passochiaro il grido del valore.Ai nemici in fronte il sasso,agli amici tutto il cuor.Fiero l’occhio, svelto il passochiaro il viso del valore.Ai nemici in fronte il sasso,agli amici tutto il cuor.

BIBLIOGRAFIA

– Eugenio Bucci Di Santafiora, “La Cacciata degli austriaci da Genova (1746)” Stab. Tip. G.B. Marsano – Genova – 1916.

– Franco Ridella, “Giambattista Perasso soprannominato Balilla”, a cura della Cassa di Risparmio e Monte di Pietà di Genova – 1933.

– Vito Vitale “L’insurrezione Genovese del 1746 nella recente storiografia”, a cura dell’Istituto per la storia di Genova, Bertello Editore, 
   Borgo S. Dalmazzo (CN), 1946.

– Maurizio Lamponi, “La Meravigliosa Storia di Genova dal 1797 ai giorni nostri”, Guido Mondani Editore & Associati – Genova – 1986.

– Teofilo Ossian De Negri, “Storia di Genova”, Giunti Martello Editore – Firenze – 1986.

– AA. VV. a cura di Dino Puncuh, “Storia di Genova, Mediterraneo, Europa, Atlantico”, Società Ligure di Storia Patria – Genova – 2003.