PALAZZO DUCALE

Antica sede del potere oggi vetrina della cultura

Da sede del Comune a sede del Governo della Repubblica di Genova

La costruzione del palazzo destinato ad accogliere la sede del Comune, avviene fra il 1291 ed il 1308, per volontà dei Capitani del Popolo Oberto Spinola e Corrado Doria, utilizzando un palazzo dei Fieschi ed altri edifici preesistenti, noto come “Loggia degli Abati”, probabilmente su disegno di Marino Boccanegra.

Loggia degli Abati – Sigillo del Comune e del Consiglio degli Anziani

Il primo ospite illustre del palazzo è l’Imperatore del Sacro Romano Impero Enrico VII di Lussemburgo con l’Imperatrice Margherita di Brabante, quando i genovesi nel 1311 conferiscono la Signoria del Comune per 20 anni all’imperatore.

Sigillo dell’Imperatore Enrico VII

Altri due Capitani del Popolo, Opizzino Spinola e Barnabò Doria, fanno erigere, nel 1307, la “Torre del Popolo”.

Con il mutare del sistema di governo della città, cioè da Comune si passa nel 1339 alla Repubblica dei Dogi a Vita, il palazzo diviene residenza del primo doge Simone Boccanegra, quindi cambia denominazione in Palazzo Ducale.

Simone Boccanegra

Durante le alterne dominazioni, francesi e milanesi, nel palazzo prendono residenza i vari governatori delle signorie straniere.

Il dominio milanese della Superba, prima con i Visconti dal 1353-56 e dal 1421-35, poi con gli Sforza dal 1464-78 e dal 1488-99.

Carlo VI Re di Francia (1458-61) – Francesco Sforza Signore di Milano (1464-78)

Galeazzo Maria Sforza Signore di Milano e di Genova dal 1466-76 –

Gian Galeazzo Sforza Signore di Milano e di Genova dal 1488-94

Ludovico Sforza detto i l Moro tutore di Gian Galeazzo

Ludovico Maria Sforza detto il Moro, Signore di Milano (1488-99)

Nel 1507 è eletto Doge Paolo da Novi, ma la nobiltà cittadina gli è ostile, quindi alleatasi con Luigi XII Re di Francia, il quale entrato in città lo fa arrestare, decapitare e squartare sulla piazza davanti al palazzo, unico esempio di doge giustiziato in carica

Bollo dell’ufficio postale, sito in una piazza dedicata a Paolo da Novi. – Luigi XII Re di Francia1499-1512

Il Re di Francia Luigi XII assedia GenovaLuigi XII entra in città

Miniature tratte dal “Voyage de Gênes” di Jean Marot, XVI secolo, Bibliothèque Nationale de Paris

Fra le signorie straniere si susseguono i dogi a vita, carica che soprattutto è appannaggio delle casate degli Adorno e dei Campofregoso.

Sigillo del Doge Battista Campofregoso

Durante questo periodo la piazza antistante il palazzo è definita Piazza della Signoria.

Altro ennesimo dominio francese della città, con Francesco I Re di Francia, in due successivi periodi, dal 1515 al 1522 il doge in carica Ottaviano Campofregoso diviene Governatore Regio; dal 1527 al 1528 è l’ultimo periodo del dominio di Francesco I.

Francesco I Re di Francia(1515-22 e 1527-28) – Sigillo di Ottaviano CampofregosoGovernatore Regio(1515-22)

Con l’appoggio dell’Imperatore Carlo V, Andrea Doria può impadronirsi della città, liberandola dalla soggezione straniera, fondando la Repubblica Aristocratica dei Dogi Biennali.

Carlo V Imperatore del Sacro Romano Medaglia commemorativa di Andrea Doria 

Andrea Doria acclamato “Padre della Patria”

Il Palazzo Ducale diventa dimora obbligatoria dei dogi, durante il loro periodo di mandato, i dogi biennali si susseguono dal 1528 al 1797.

A palazzo sono collocati tutti i poteri dello stato, il Maggiore e Minore Consiglio, il Senato, la Camera, la Segreteria, la Cancelleria.

Doge Giacomo Grimaldi circondato dai senatori (1573-75)Sigillo dei Procuratori(Camera)

Inoltre sono sistemate le numerose Magistrature: della Guerra, delle Galee, della Sanità, della Moneta, dell’Abbondanza, i Maestri Razionali, la Rota Civile e Criminale, per citare le principali.

GuerraGaleeSanità

 Sigilli delle varie magistrature

AbbondanzaMoneta

Nell’edificio trovano spazio le Carceri, l’Armeria, l’ufficio dell’Economato, l’ufficio dei Padri del Comune, la Guardia di Palazzo, l’Appartamento pubblico e privato del Doge, la Sala delle Udienze, la Cappella, l’ufficio dei Due (Governatori) di Palazzo.

Sigilli dei Dogi e Governatori rispettivamente del 1638, 1692 e 1760

Sigillo dei Padri del Comune

Affresco della Cappella Dogale, di G.B. Carlone

“Lo sbarco di Colombo”

Nel 1530 il palazzo ha l’onore di ospitare per 17 giorni, l’uomo più potente del mondo, l’Imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V, che regna dal 1519 al 1556 su un immenso territorio su cui non tramonta mai il sole. Carlo V nel 1528 ha reso possibile ad Andrea Doria la rifondazione della Repubblica di Genova.

Nel 1536 il nome della piazza cambia ancora denominazione in Piazza Nuova.

I lavori di ampliamento del palazzo, necessari  al fine di contenere tutto l’apparato organizzativo dello stato si susseguono, nel 1539 tra l’altro si provvede alla sopraelevazione della Torre del Popolo, ribattezzata Grimaldina, con l’aggiunta della cella campanaria

La Torre Grimaldina riprodotta in una cartolina disegnata da Aurelio Craffonara

Nella torre e nei sottotetti sopra l’appartamento del doge, sono sistemate le carceri dogali collegate con un pontino al Palazzetto Criminale, dove è esercitata la giustizia, compresa la tortura e la pena capitale. Ai piani alti della torre sono ubicate le celle dei detenuti di famiglie aristocratiche o stranieri illustri, privilegiati in quanto riservati a loro spazi più ampi ed areati.

A seguito di varie congiure il cui obbiettivo è la sede del potere dello stato, sul finire del XVI secolo, si pensa di dare omogeneità alle costruzioni che nel tempo si sono aggiunte al corpo iniziale, nel contempo si vuole ottenere un edificio fortificato facilmente difendibile in caso di sommosse popolari.

Dal riassetto architettonico del palazzo all’utilizzo come sede di uffici burocratici dell’Impero Napoleonico

Per il rinnovamento del palazzo, l’incarico è conferito all’architetto imprenditore lombardo Andrea Ceresola, detto il Vannone, il quale attribuisce al fabbricato l’aspetto quasi definitivo. I lavori iniziano negli ultimi anni del Cinquecento, con la costruzione del vasto atrio coperto, i due cortili porticati, lo scalone, il salone, le logge del piano nobile ed i “ponti” di collegamento con la Cattedrale e la Chiesa di S. Ambrogio.

La Cattedrale di San Lorenzo

La Chiesa di S. Ambrogio (o del Gesù)

Nei fondi del palazzo: una cisterna, i magazzini dell’olio, del vino e della legna ed inoltre sono alloggiate le stalle, le cucine, le rimesse delle portantine e delle lettighe, nonché  le munizioni, cioè tutto quanto serve per la vita al palazzo in autonomia, in caso di assedio.

La sindrome del colpo di stato, fa decidere il governo di far costruire una “cortina” che colleghi le due ali del palazzo, in modo da isolarlo e meglio difenderlo da ogni possibile attacco. Lo spazio interno creatosi è detto “piazza d’armi”.

Nella cortina è ricavato il portone, unico accesso al palazzo, sotto stretto controllo di un corpo di guardia di mercenari stranieri soprattutto svizzeri e tedeschi.

Scudo Largo d’argento riproducente la Vergine Maria

Signora e Regina di Genova

Sigillo del Doge e Governatori

La repubblica nel 1637, per una questione di prestigio nei rapporti internazionali, assume nome regale, incoronando la Vergine Maria Signora e Regina della Repubblica di Genova.

Quindi per conseguenza, cambiano i simboli che rappresentano Genova, come le monete, i parametri del doge si fanno più sontuosi e cambia pure il nome del palazzo, che per 160 anni si chiamerà “Real Palazzo”.

Doge Oberto Della Torre (1689-91), Gio. Maria Delle Piane, il Mulinaretto, olio su tela, collezione privata

Numerosi sovrani e principi italiani e stranieri frequentano la splendida “Sala delle Udienze” del doge in carica, tra questi Don Giovanni d’Austria, comandante supremo delle flotte cristiane alla Battaglia di Lepanto e vittorioso sulla flotta turca (1571), è ricevuto dal Doge Giacomo Durazzo Grimaldi.

Don Giovanni d’Austria

Un trasloco forzato dei residenti del “Real Palazzo” all’Albergo dei Poveri, si rende necessario nel 1684, quando la flotta di Luigi XIV Re di Francia (il Re Sole) inizia un bombardamento sulla città con 13.300 proiettili incendiari.

Medaglia commemorativa dell’Albergo dei PoveriLuigi XIV Re di FranciaMedaglia commemorativa del bombardamento

Come la città subisce grande distruzione da questo evento, anche il palazzo riporta rovina ed incendio.

I danni dell’edificio sono sollecitamente riparati, inoltre con l’avvento del Settecento sono posti in cantiere nuove opere di abbellimento, le sale del palazzo sono arricchite di opere d’arte e decorazioni di uno splendore mai più superato.

Grandi ricevimenti, trattenimenti, festini con dame e cicisbei, nei primi decenni del secolo le sale sfarzose ne sono teatro.

Un idillio interrotto bruscamente dalle truppe di Maria Teresa d’Austria che assediano la città nel 1746. Genova è occupata e depredata, il governo della repubblica subisce il ricatto, fino all’atto di ribellione del Balilla che dà il via all’insurrezione del popolo di Genova il quale ha sempre mal sopportato le intimidazioni ed i soprusi.

L’Imperatrice Maria Teresa d’Austria

Che l’inse? Il grido di rivolta dell’eroe popolano conosciuto come Balilla

Una ulteriore traversia si abbatte sul palazzo nel 1777, un incendio danneggia il corpo centrale, compresa la facciata interna. La ricostruzione è affidata all’architetto Simone Cantoni, che la realizza in stile neoclassico.

La facciata in stile neoclassico.

Un rifacimento radicale è apportato anche al Salone del Maggior Consiglio, realizzato con la volta a botte ricca di stucchi ed affreschi.

Salone del Maggior Consiglio

La “Rivoluzione Francese” con la sua ideologia e l’Armata d’Italia agli ordini del Generale Napoleone Bonaparte, coinvolge Genova facendone di fatto mutare, nel 1797, il secolare governo aristocratico ed oligarchico, in “Repubblica Democratica Ligure”.

Napoleone Bonaparte Generale dell’Armata d’Italia

Lettera di Napoleone, pubblicata ed affissa a Genova, nella quale il generale suggerisce al doge la lista dei membri del Governo Provvisorio della nuova repubblica.

Il palazzo in questo periodo, non subisce grandi mutamenti, ad eccezione dell’abbattimento a furore di popolo, delle statue di Andrea e Gian Andrea Doria collocate davanti al portone interno, nonché una nuova denominazione dell’edificio, che per il mutato regime è detto “Palazzo Nazionale”.

Guerra e Marina – Sanità – Polizia 

Sigilli di alcune magistrature della Repubblica Ligure, il cui disegno è depurato dalle antiche insegne aristocratiche, solo lo stemma crociato si salva

Durante il “blocco navale” imposto a Genova da parte delle forze britanniche, il palazzo è sede degli Uffici di Sussistenza, di Polizia e di Difesa Nazionale.

Sigillo della Municipalità con stemma di Genova modificato, con l’aggiunta al capo di tre api d’oro, simbolo di operosità

Sanità pubblica               Stato civile    Tribunale di 1ª istanza

Sigilli relativi alle istituzioni cittadine con insegne imperiali

Napoleone I Imperatore dei francesi e Re d’Italia

Con l’annessione della Liguria all’Impero Francese, concretizzata nel 1805, la Municipalità s’insedia nei Locali del Magistrato della Guerra e dell’Armeria.

Nel 1814 con la caduta dell’Impero Napoleonico, Genova ha l’illusione di restaurare l’antica repubblica, sotto la tutela di S.M. Britannica, tutto ciò è solo una piccola parentesi, la realtà si rivela ben diversa.

Da sede degli uffici burocratici del Regno Sardo all’acquisizione dell’edificio da parte del Comune

La decisione del Congresso di Vienna di annettere la Liguria, nel 1815, al Regno di Sardegna, il palazzo è trasformato in Governatorato del regno sardo, nei suoi locali sono sistemati vari uffici burocratici come: il Tribunale, la Corte d’Appello, l’Intendenza di Finanza e la Questura, l’edificio torna ad essere definito Palazzo Ducale.

Stemma del Regno di Sardegna, sistemato nel Salone del Maggior Consiglio. Lo stemma di Genova è inserito tra le insegne del regnoSigillo del Tribunale di Seconda Cognizione di Genova

Bolli di franchigia della Corte d’Appello di Genova

Bollo dell’Intendenza della Finanza di Genova

Bollo di franchigia dell’Ispezione di Polizia di GenovaRicevuta relativa il cambio del passaporto, rilasciata dalla Direzione di Polizia del Ducato di Genova

Verso la metà dell’ottocento, è demolito l’avancorpo del palazzo, detto “cortina”, in questa occasione viene rifatta la facciata da Ignazio Gardella, il quale opera un intervento di consolidamento del tetto, mediante capriate metalliche, dopo detto intervento il Palazzo Ducale acquista l’aspetto attuale.

Durante il Risorgimento, nel 1833, è detenuto Jacopo Ruffini in una cella della Torre Grimaldina. Il patriota iscritto alla “Giovine Italia”, per timore di rivelare sotto tortura i nomi dei compagni preferisce togliersi la vita.

Jacopo Ruffini detenuto nella Torre

Davanti al palazzo i genovesi esultano, il 9 febbraio 1848, per la concessione dello Statuto da parte del Re Carlo Aberto, come il giorno precedente è successo ai torinesi.

Carlo Alberto concede lo Statuto

Il tricolore con lo stemma sabaudo è adottato da Carlo Alberto, dal 24 marzo 1848 sventola sulla torre del palazzo.

Giuseppe Garibaldi, di ritorno dalla sfortunata avventura della difesa della Repubblica Romana, è benevolmente detenuto nel 1849 a palazzo, in attesa di decisioni sul suo conto, fino a quando il generale Alfonso La Marmora gli ordina l’esilio.

Giuseppe Garibaldi Generale delle truppe della Repubblica Romana

Negli anni di fine ottocento, nel grande porticato, lato Piazza De Ferrari, è trasformato in ufficio postale e telegrafico.

Bollo dell’ufficio postaleBollo dell’ufficio telegrafico

La piazza antistante assume tra il 1900 ed il 1943, una ulteriore denominazione, Piazza Umberto I.

Umberto I Re d’Italia, assassinato il 29.7.1900

Busta del Prefetto di Palazzo di S.M. il Re, listata a lutto per la morte di Umberto I, spedita da Roma il 13-8-1900 ed indirizzata al Sindaco di Genova Francesco Pozzo.

Nel 1900 nei locali a livello della piazza, è collocata la sede della Pubblica Assistenza Croce Verde

Biglietto d’invito alla Festa Sociale del 1903 della pubblica assistenza.

Una manifestazione della Pubblica Assistenza Croce Verde con il relativo parco delle attrezzature di soccorso del sodalizio; tra le quali si notano: la tenda per ospedale da campo, le portantine a mano e le autoambulanze. Dall’abbigliamento dei visitatori e dai modelli delle auto la fotografia dovrebbe essere stata scattata durante gli anni venti

Nel salone del palazzo, nel 1923, si riunisce il 1° parlamento dell’Associazione “A Compagna”, sodalizio il quale si prefigge la difesa delle tradizioni storiche, artistiche, folkloristiche e dialettali genovesi.

Tessera vitalizia dell’Associazione “A Compagna”

1926 – Collocazione del “Campanun do Paxo”

Per volontà de “A Compagna” nel 1926 è ricollocata la campana della torre,  durante la II Guerra Mondiale  la campana, nel 1941, è donata alla patria; inoltre   nel 1980 lo stesso sodalizio ne cura ancora la ricollocazione. Sempre nel 1926 l’associazione ripristina il “Confêugo” antico omaggio alla massima autorità cittadina, tradizione risalente al 1307, oggi riservata al sindaco, in occasione del Natale, di un albero d’alloro ed il suo abbruciamento sulla piazza antistante Palazzo Ducale.

Con l’acquisto  da parte del Comune, nel 1933, il palazzo è restaurato da Gaetano Poggi e da Orlando Grosso.

La fontana opera di Giovanni Mazzetti (1642)

Nel cortile lato orientale del palazzo, restaurato nel 1934, quindi viene collocata la fontana proveniente dalla scomparsa Piazza Ponticello.

La facciata rivolta verso Piazza Raffaele De Ferrari, è affrescata con decorazione multicolore da Orlando Grosso, artista, restauratore e direttore delle Belle Arti al comune di Genova dal 1921 al 1949.

Da Palazzo di Giustizia a Palazzo della Cultura

L’edificio restaurato completamente è destinato, quasi esclusivamente, a Palazzo di Giustizia.

Bollo di franchigia del Presidente del Tribunale di Genova

Durante la II Guerra Mondiale, sotto la Repubblica Sociale, dal 1943 al 1945, la piazza cambia ancora denominazione in Piazza Ettore Muti.

Ettore Muti, durante la I Guerra Mondiale ufficiale pilota,

decorato di medaglia d’oro al V.M.,  poi segretario del Partito Nazionale Fascista,

ucciso nel 1943.

Nel corso della guerra la Città di Genova è obbiettivo di numerose incursioni aeree e navali da parte delle Nazioni Alleate, anche il Palazzo Ducale subisce notevoli danni.

Volantino distribuito alla popolazione riguardante gli attacchi aerei alleati sulla Liguria, quadrante con l’indicazione delle varie zone di: attenzione, all’erta e allarme.

Alla fine della guerra, il 27 maggio 1945, il palazzo è teatro del 1° Congresso dei Comitati di Liberazione Nazionale periferici ed aziendali, con la partecipazione di Palmiro Togliatti e Pietro Nenni.

Palmiro Togliatti – Pietro Nenni

La piazza cambia per l’ennesima volta denominazione,  in Piazza Giacomo Matteotti.

Giacomo Matteotti

Alla presenza del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi e dal Presidente dell’Associazione Nazionale tra i Comuni Decorati al Valor Militare Onorevole Vittorio Pertusio, il 24 aprile 1955. Nel Palazzo Ducale viene celebrato il decimo anniversario della Liberazione Nazionale.

Decennale della Resistenza.Luigi Einaudi.

Biglietto d’invito alla celebrazione del decimo anniversario della Liberazione Nazionale

.4 ottobre 1960 – Lettera raccomandata, dall’ufficio degli ufficiali giudiziari di Genova per Ceranesi (Ge), con rispedizione.

Nel 1975 Palazzo Ducale, con il trasloco dei Tribunali nel nuovo Palazzo di Giustizia, rimane disponibile per tante manifestazioni e mostre di vario genere.

Dal 1981 al 1992, un nuovo profondo e radicale restauro curato dall’Architetto Giovanni Spalla, superando non poche difficoltà costruttive nel riportare in sicurezza un edificio di 250.000 m3, nel contempo ridare prestigio e l’antico splendore al palazzo, per un costo complessivo di 100 miliardi di lire.

Questo qualificato spazio di circa 38.000 mdi superficie trovano posto esposizioni museali, biblioteche, archivi, laboratori, sale per conferenze di notevole importanza, inoltre spazi commerciali che rendono frequentatissimo il palazzo, il quale costituisce a tutt’oggi il più grande centro culturale polivalente d’Italia.

Logo dell’Esposizione di Genova “COLOMBO 92”

La prima occasione, di rilievo mondiale, di utilizzo del palazzo, come contenitore di prim’ordine si presenta nel 1992 con la celebrazione del “500° Anniversario della Scoperta dell’America” da parte di Cristoforo Colombo, con la mostra “Due Mondi a confronto”.

500° Anniversario della Scoperta dell’America

Altre occasioni irripetibili, per citarne alcune: la mostra di pittura su “Van Dyck a Genova”, d’importanza storica la mostra “El Siglo de los Genoveses”, cioè il secolo d’oro dei Genovesi durante l’Impero Spagnolo.

“Van Dyck a Genova”

“El Siglo de los Genoveses”
(cartoline edite da Electa)

Palazzo Ducale, nel 2001, è sede dell’incontro dei rappresentanti delle Grandi Potenze del Mondo, cioè il “G 8”, che nel bene o nel male ha richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale e mondiale.

“Genova città del G 8” (cartolina edita dalle Poste Italiane)

Il Palazzo Ducale carico di sette secoli di storia, nel 2004, assieme a tutta la Città di Genova, è chiamato a rappresentare per un anno intero la vetrina di “Genova Capitale Europea della Cultura”. Tra le numerosissime manifestazioni e mostre in programma ed in corso di svolgimento, spicca la mostra “L’Età di Rubens. Dimore, committenti e collezionisti genovesi”.

MICHELE PERRONE

Bibliografia:

  • Giovanni Spalla – Caterina Arvigo Spalla – Il Palazzo Ducale di Genova, dalle origini al restauro del 1992. Sagep Editrice – Genova – 1992
  • Vito Vitale – Breviario della Storia di Genova. Società Ligure di Storia Patria – Genova – 1955
  • E. e F. Poleggi – Descrizione della Città di Genova da un anonimo del 1818. Sagep Editrice – Genova – 1969
  • A. Buti – G. Galliani – Il Palazzo Ducale di Genova. Sagep Editrice – Genova – 1981
  • Sergio Buonadonna – Mario Marcenaro – Rosso Doge. I Dogi della Repubblica di Genova dal 1339 al 1797. De Ferrari Editore – Genova – 2000
  • Maurizio Lamponi – La Meravigliosa storia di Genova. Sei volumi – Guido Mondani Editore & Associati – Genova – 1986
  • Dizionario delle strade di Genova. A cura di Bianca Maria Vigliero. Volume terzo – Edizioni Culturali Internazionali Genova – 1986
  • Gente di Liguria – Almanacco de “A Compagna” – Genova – 1971
  • El Siglo de los Genoveses, e una lunga storia di arte e splendori nel Palazzo dei Dogi. A cura di Piero Boccardo e Clario di Fabio. Catalogo della mostra – Electa – Milano – 1999