Uno strano annullo

L’ annullo di cui voglio trattare in questa nota è un timbro privato di un rinomato ristorante di Genova che andava per la maggiore dai primi anni del 900 sino alla seconda guerra mondiale.

Precisamente il Grand Hotel  Restaurant Righi che si trovava appunto, in un belvedere denominato Righi, che sovrasta la città e da cui si può godere uno dei più bei panorami di Genova.

Il ristorante si era dotato – come era in voga in quel periodo – di un timbro “pubblicitario” che veniva apposto sulle cartoline illustrate che i clienti mandavano ad amici e conoscenti.

Questo timbro, come si può notare, imitava perfettamente un timbro postale con tanto di datario mobile che veniva aggiornato quotidianamente.

Il timbro veniva impresso (probabilmente) giornalmente sulle cartoline nuove, lo deduco dagli esempi sopra riportati.

Sino a qui è tutto normale, ancora oggi questa forma di pubblicità è in uso in molti alberghi e ristoranti di rinomate località di villeggiatura, anche se la foggia dei timbri usati non imita più quella del timbro postale.

Quello che non è normale è l’uso che ne viene fatto nel periodo della seconda guerra.

Il timbro viene infatti usato come annullatore del francobollo.

La prima cartolina di auguri natalizi che presento, inviata a Torino, porta la data del 10 dicembre 1944.

Le poste (il verificatore?) contornano l’affrancatura con un segno di penna per indicare una anomalia e applicano la “T” di tassata.

A questo punto nasce il dubbio se non sia stata ritenuta valida l’obliterazione perché effettuata con un annullo non postale, oppure non sia stata ritenuta valida l’affrancatura – il francobollo con l’effigie del Re non sovrastampato era stato messo fuori corso nel marzo 1944.

Purtroppo non essendovi traccia della tassazione, non si può dare una risposta a questi interrogativi.

La seconda cartolina, spedita anch’essa a Torino in data 18 gennaio 1945, sembrerebbe essere sfuggita al controllo postale in partenza, ma viene tassata in arrivo – la “T” di tassa è di foggia diversa – in quanto l’affrancatura era in difetto di cinque centesimi.

L’affrancatura della cartolina illustrata, in quel periodo, con solo firma e data era di 20c. mentre con cinque parole era di 25c.

Viene infatti applicata una tassa di 10c. (doppio della tariffa mancante).

A questo punto è lecito porsi alcuni interrogativi:

  1. Come mai questo timbro viene usato come annullatore?
  2. Se lo ha usato il gestore del ristorante – sembrerebbe di sì – come è possibile che non sapesse che commetteva una infrazione?
  3. Oppure si tratta di un uso a scopo “filatelico”?

C’è qualche lettore di queste note che può contribuire a chiarire questo mistero?. 

UN ULTERIORE TASSELLO

Un noto collezionista genovese – Michele Perrone – mi ha cortesemente messo a disposizione la cartolina che riproduco.

Questo nuovo contributo complica ulteriormente la soluzione  dell’argomento che ho proposto all’attenzione del lettore.

Nel lato sinistro basso della cartolina, si può leggere abbastanza chiaramente:

“TELEFONO – TELEGRAFO – POSTA”

(scritte rifatte e evidenziate in colore rosso).

Da ciò si dovrebbe arguire che nel periodo di maggior splendore del Grand Hotel Righi, lo stesso era dotato di tali servizi.

Servizi che all’epoca davano al locale che li possedeva un prestigio superiore rispetto alla concorrenza.

Purtroppo manca ancora la prova documentata dell’esistenza di questo Ufficio Postale.

Non si conosce infatti a tutt’oggi, nessun documento, sia esso cartolina o lettera, che risulti spedito inequivocabilmente da questo ipotetico Ufficio Postale.

Se è esistito e ha funzionato anche per breve tempo, una traccia da qualche parte deve esistere, e io sono fiducioso che prima o poi qualcuno la troverà.

Antonio Angelo Piga