IL GENERALE STEFANO CANZIO
Primo presidente del Consorzio Autonomo del Porto di Genova, nacque a Genova il 3 gennaio 1837 da Michele, impresario del teatro Carlo Felice, nonché scenografo, pittore ed architetto; e da Carlotta Piaggio, figlia di Martin Piaggio popolare poeta dialettale.
Teatro Carlo Felice
“A
MARTIN PIAGGIO
POETA E MERCANTE GENOVESE
CANTO’ IN DIALETTO NATIO
GLORIE E COSTUMI DI GENOVA
INCITANDOLA A CONSEGUIRE
NOVELLA OPULENZA
1904″
Monumento
All’età di 22 anni Stefano Canzio si arruolò nel corpo dei carabinieri genovesi. Partecipò alla II Guerra d’Indipendenza, alla battaglia di San Fermo fu soldato semplice, a Varese fu sergente.
Nella Spedizione dei Mille fu a fianco di Giuseppe Garibaldi, a Calatafimi e Palermo (dove venne ferito) fu tenente, al Volturno fu nominato capitano.
Un’egregio ruolo, nel complesso lavoro organizzativo nella Spedizione dei Mille, venne svolto dal Canzio, nel contempo curò una corrispondenza con il “Movimento”, il giornale genovese mazziniano. Fu testimone dell’incontro a Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II.
Dopo l’impresa dei Mille, Canzio seguì Garibaldi a Caprera, qui conobbe Teresita, la figlia del generale, che sposa nel 1861 a Genova nella Chiesa della Maddalena.
In Trentino, durante la III Guerra d’Indipendenza, ritroviamo Canzio con il grado di maggiore e braccio destro di Garibaldi nella Battaglia di Bezzecca, dove si fece onore e si meritò la Medaglia d’oro al Valor Militare.
Partecipò inoltre alla Battaglia di Mentana, dove lo ritroviamo con il grado di colonnello, in questa occasione tra l’altro salvò la vita a Garibaldi.
8 ottobre 1869
Lettera da Genova autografa di Stefano Canzio.
Nel 1870 in Francia partecipò alla Battaglia di Digione con il grado di generale (a soli 34 anni), nonché luogotenente di Garibaldi. Le sue cariche le guidò con palandrana e cilindro, in quanto preferiva questo abbigliamento alla divisa militare. Tra queste, si ricorda la carica di Prènois, alla testa di uno squadrone di “Chasseurs à cheval” e quella che trascinò un’intera brigata a Digione.
Battaglia di Digione
Canzio ritiratosi a vita privata, con una sola parentesi come deputato nel 1891, successivamente viene nominato il 25 giugno 1903 primo presidente del Consorzio Autonomo del Porto di Genova, costituito con la legge del 12 febbraio 1903, con mandato di provvedere con speciali fondi attribuitigli all’esecuzione delle opere necessarie, alla gestione ed al coordinamento dei servizi nel Porto di Genova.
2 giugno 1901
Lettera da Caprera di Stefano Canzio, che scrive ad un amico, in occasione della riunione della famiglia
per la ricorrenza del 19° anno della morte di Giuseppe Garibaldi.
Il porto nei primi anni del 1900.
La situazione del porto in questi anni fu in preda all’anarchia, retaggio dello sciopero del dicembre 1900, provocato dallo scioglimento della Camera del Lavoro, e il successivo sciopero del 1901 del settore del carbone, metterono in ginocchio ulteriormente lo scalo.
Il duro lavoro del carico e scarico del carbone fossile.
Il 4 agosto 1903 si riunì la prima assemblea del Consorzio Autonomo del Porto di Genova, presieduta dal Generale Stefano Canzio, presso la Capitaneria di porto.
Prima assemblea del C.A.P.. Acquarello di Gennaro Amato.
Il Generale Stefano Canzio, nel 1903, chiese al Ministero della Pubblica Istruzione che il Palazzo San Giorgio fosse assegnato al Consorzio del Porto, il palazzo venne concesso a condizione che venga ultimato il restauro, iniziato nel 1890 dall’Architetto Alfredo d’Andrade.
Palazzo San Giorgio sede del C.A.P.
Sotto la guida di Canzio si consolidò il potere del Consorzio, con nuovi regolamenti riuiscì a disciplinare il lavoro portuale, i lavoratori vennero iscritti nei “Ruoli” consortili, ricondusse il lavoro in una dialettica sindacale.
Il Consorzio assunse l’antico stemma dei Conservatori del mare.
Medaglia commemorativa in argento smaltato, diametro 55 mm.
Cartoline commemorative della visita dei reali a Genova.
Cartoline commemorative della visita dei reali alle attrezzature del Porto di Genova.
Cartoline commemorative della posa della prima pietra dei lavori per il bacino dal faro.
La funzionalità del porto prese nuovo slancio con l’ampliamento a ponente, iniziato il 29 ottobre 1905 con la costruzione del bacino Vittorio Emanuele III, con la posa della prima pietra alla presenza dei sovrani.
Biglietto d’invito per l’inaugurazione dei lavori.
La rappresentanza del senato.
La lancia reale si dirige verso il palco sul Molo Galliera. – La lancia accosta al molo.
Il palco delle autorità. – I reali sfilano di fronte al picchetto d’onore
Il palco eretto sul Molo Galliera riservato ai reali ed alle autorità – La folla assiste alla imminente posa della prima pietra.
La prima pietra, un macigno di 40 tonnellate.
Migliaia di persone assisterono alla posa della prima pietra, un macigno di 40 tonnellate. I reali, il presidente del Consorzio Stefano Canzio ed altri numerosi dignitari dello Stato vennero alloggiati in un superbo palco eretto sul Molo di Galliera.
Per l’occasione vennero ospitate in porto le nostre corazzate, nonché le squadre navali amiche: l’inglese, la tedesca, la francese e l’americana.
Numerosi altri massi sono affondati per creare le fondamenta del nuovo molo
Biglietto d’invito per il ricevimento dato a Palazzo San Giorgio, in onore dei sovrani in visita a Genova e nel porto.
Nel pomeriggio del 29 ottobre 1905, un solenne ricevimento fu organizzato dalla direzione del Consorzio Autonomo del Porto, nel Salone delle Compere opportunamente addobbato con signorile severità, tanto da renderlo imponente e grandioso.
Con la costruzione di nuovi magazzini e la collocazione di nuove gru, sotto la presidenza di Stefano Canzio, il porto si arricchisce di preziose infrastrutture, rendendo possibile l’aumento degli accosti attrezzati di circa mille metri.
Magazzini del cotone a Molo Vecchio.
26 settembre 1906
Lettera da Genova per città, indirizzata al Comitato delle Compagnie di Assicurazione Marittime a proposito della prevenzione degli incendi, con autografo di Stefano Canzio.
Gli elevatori da carbone “Brown”.
Magazzini a Ponte Andrea Doria.
Le nuove gru idrauliche della portata ai 1,5 tonnellate
A seguito di un incendio scoppiato su alcune chiatte, Stefano Canzio fu svegliato nel cuore di una notte gelida, accorse in porto in pieno inverno, per collaborare allo spegnimento, in questo frangente viene colpito da una polmonite che gli fu fatale.
Cartoline riproducenti il funerale.
Canzio morì il 14 gennaio 1909, imponente fu il suo funerale che il 17 gennaio coinvolse tutta la città: cariche politiche cittadine, personale del Consorzio, associazioni commerciali, confederazioni ed associazioni operaie, caravana, Camera del Lavoro e Garibaldini.
Il funerale si svolge per le vie di Genova.
La salma venne trasportata a spalle dai lavoratori del porto, per tutto il tragitto, dalla casa del presidente fino a Staglieno.
Numerosi i discorsi da parte delle autorità, furono pronunciati di fronte alla Stazione Brignole ed a Staglieno. Il presidente Stefano Canzio fu
Il cimitero di Staglieno.
Nel novantesimo anniversario della morte di Stefano Canzio, il circolo ricreativo dipendenti dell’Autorità Portuale e società del sistema, ha curato la creazione di questa cartolina con il relativo annullo postale speciale.
MICHELE PERRONE
Bibliografia:
– “Dizionario delle strade di Genova”. Terza edizione a cura di Bianca Maria Vigliero, sei volumi, Edizioni Culturali
Internazionali Genova – 1986.
– “Consorzio Autonomo del Porto di Genova – Archivio storico”. A cura di Danilo Cabona, cinque volumi, Sagep Editrice –
Genova, Amilcare Pizzi – Milano, Silvana Editoriale Spa – Milano – 1988/2003.
– “Genova e Liguria nell’età contemporanea” di Giulio Giacchero, due volumi, Sagep Editrice – Genova – 1980.