I MOTI POPOLARI DEL 1849 A GENOVA

Medaglia commemorativa riproducente Carlo Alberto Re di Sardegna.

Dall’annessione dei territori dell’antica Repubblica di Genova al Regno di Sardegna concretizzata il 7 gennaio 1815, per decisione del Congresso di Vienna senza alcun consenso del popolo genovese, per questa ragione bisogna ammettere che la monarchia Sabauda in questo periodo a Genova è mal tollerata.

L’avvento al trono di Carlo Alberto, il quale concede la costituzione l’8 febbraio 1848, attira le simpatie dei liberali e patrioti genovesi.

Cartolina maximum riproducente una stampa dell’epoca, a Torino Carlo Alberto concede la costituzione

In seguito il re dichiara guerra all’Austria, ma dopo le vittorie di Goito e Pastrengo, subisce la dura disfatta di Novara.

La battaglia di Novara è combattuta il 23 marzo 1849, tra circa 70.000 soldati austriaci comandati dal Maresciallo Radetzky e 100.000 soldati del regno Sardo guidati dal re Carlo Alberto.

Conosciuta anche come la battaglia della Bicocca, dal nome del sobborgo di sud-est di Novara, segna la conclusione della I Guerra d’Indipendenza.

Il re Carlo Alberto ha fallito il proposito di realizzare l’Unità Nazionale al primo approccio, costretto ad abdicare in favore del figlio Vittorio Emanuele II, il quale firma con gli austriaci l’armistizio di Vignale il 24 marzo 1849.

31 marzo 1841
Lettera da Torino del Re di Sardegna, con autografo di Carlo Alberto, indirizzata al Cardinale Spinola. Al verso sigillo a secco su nizza e ceralacca

Il popolo genovese è deluso ed offeso nel proprio orgoglio per questi avvenimenti, temendo ulteriori azioni militari austriache contro la propria città, i fatti del Balilla sono ancora vivi nel ricordo; in realtà timori fomentati da agenti repubblicani, il 27 marzo in segno di protesta iniziano i disordini a Genova.

Vittorio Emanuele II

Il giorno 29 marzo detti disordini assumono carattere rivoluzionario con la costituzione del Comitato di Sicurezza Pubblica.

Bollettino relativo alla situazione in città in data 29 marzo 1849, delle forze insurrezionali con la presa delle posizioni strategiche.

Certa stampa cittadina, dal canto suo, incita il popolo genovese a prendere le armi per difendere la città.

Quotidiano “L’Imparziale Ligure” del 31 marzo 1849.

Decreto di Vittorio Emanuele II controfirmato da Urbano Rattazzi, del 29 dicembre 1857, con sigillo a secco su nizza e ceralacca

Dopo il ritiro delle truppe sarde dalla città al comando del generale De Asarta, il 2 aprile viene costituito il Governo Provvisorio con il triunvirato composto dal generale Giuseppe Avezzana, Costantino Reta e David Morchio.

Ritratto del Generale Conte Giacomo De Asarta, Comandante Generale la Divisione Militare di Genova nel 1849.
Da un dipinto di Ulisse Borzino, proprietà della famiglia Camera De Asarta.

Lasciapassare del 7 aprile 1849, per l’uscita di due persone dalla Porta di Ponte Reale, firmato dal generale della Guardia Nazionale Giuseppe Avezzana.

ll governo di Torino ordina al generale Alfonso La Marmora di convergere su Genova con la sua VI Divisione, con il compito di ristabilire l’ordine.

Medaglia ed annullo postale commemorativi per le proposte per il recupero delle fortificazioni di Genova. Tra cui il Forte Begato.

Accorrono a Genova Nino Bixio e Goffredo Mameli, come commissari della Repubblica Romana, mettendosi a disposizione del Generale Avezzana, il quale è impegnato nella difesa di Genova.

Mentre l’esercito piemontese è già padrone della Collina degli Angeli e si appresta a bombardare ed a scendere in città, Mameli ed Avezzana sono sulla torre di Palazzo Ducale per studiare le mosse del Generale Alfonso La Marmora.

Cartolina disegnata da Aurelio Craffonara, Torre di Palazzo Ducale.

Dall’altura di San Benigno, in prossimità della Lanterna, il generale Alfonso La Marmora ordina il bombardamento di Genova per reprimere la rivolta popolare, su questo sito successivamente deciderà la costruzione di due grandi caserme, per meglio tenere a bada la città ribelle.

Cartolina riproducente i ruderi delle caserme di San Benigno.

La capitolazione della città è sottoscritta il 6 aprile 1849 dal sindaco e dai sette consiglieri, ne segue l’occupazione di Genova e delle fortezze, da parte delle truppe al comando del generale La Marmora avvenuta l’11 aprile, dopo essersi abbandonati a tristi episodi di violenza, si disse in quei giorni, che per saccheggi e stupri i bersaglieri si sono comportati peggio dei croati. Dopo questi fatti la città è rimasta presidiata per quasi tutto l’anno 1849.

Michele Perrone

Un ringraziamento al nostro presidente Pasquale Bruno Lantieri per il fattivo contributo, mediante materiale, per l’approfondimento di questo articolo.

BIBLIOGRAFIA

– Maurizio Lamponi – “La Meravigliosa Storia di Genova” dal 1797 ai giorni nostri. Volume III. – Guido Mondani Editore & Associati – Genova – 1986.

– Aldo Pozzolini Gobbi – “Cara mamma” Breve l’attività dell’ufficio di posta militare al seguito della VI Divisione del Generale La 
   Marmora. Su “Francobolli” n° 149 dicembre 1983.

– Capitano Carlo Pilotti, – “Un pò più di luce, sui moti insurrezionali di Genova nel 1849” – S.A.I.G.A. – Barabino & Graeve – 
   Genova 1924.