Bicentenario Verdiano (1813 – 2013)

Da Haiti a Venezia: la filatelia “traviata”

Marco Ghiglione

Haiti fu scoperta da Cristoforo Colombo il 5 dicembre 1492.

Inizialmente sotto il dominio spagnolo, iniziò ad essere colonizzata dai Francesi nel 1625, ma solamente nel 1697 la parte occidentale dell’isola fu a loro riconosciuta.

Ribattezzata Côte française de Saint-Domingue, conobbe un periodo di prosperità grazie alle produzioni di zucchero e cacao.

Prima dell’arrivo di Colombo, la popolazione indigena era formata dai daino e dagli arauachi. A seguito della colonizzazione, si aggiunsero gli europei (compresi i pirati inglesi, francesi e olandesi), i maroons, cioè gli schiavi fuggiti, la gens de couleur(individui liberi e di sangue misto, definibili come classe sociale di status inferiore) e gli schiavi africani.

Gli ideali della Rivoluzione francese arrivarono fin qui, e indussero la gens de couleur a chiedere maggiori diritti al Governo coloniale. Dopo una prima dimostrazione avvenuta nell’ottobre 1790, il 15 maggio 1791, l’Assemblea Nazionale francese concesse i diritti politici a tutti i mulatti e i neri nati liberi, mentre gli schiavi rimanevano tali. Questi ultimi insorsero il 22 agosto dello stesso anno a Cap-Français (l’attuale Cap-Haïtien), e la rivolta si diffuse in tutto il territorio. Li guidava Touissant Louverture, che si alleò con la gens de couleur ed i maroons, ai quali il governo, preoccupato per la situazione, aveva revocato i diritti appena acquisiti. Vinti i Francesi, questi si unirono ai ribelli nel 1794 (un decreto della madre-patria aveva abolito la schiavitù) contro gli inglesi e gli spagnoli. Nel 1802 Napoleone inviò altre truppe nell’isola per riprendere il controllo della situazione, e gli isolani, temendo il ripristino della schiavitù, ruppero la collaborazione. Touissant, tradito, venne catturato dall’esercito e morì in una prigione francese. Sotto la guida di Jean-Jacques Dessalines e Henri Christophe gli isolani ripresero a combattere, e venne in loro aiuto una epidemia di febbre gialla che si diffuse fra i francesi. Il 18 novembre 1803 vi fu la battaglia decisiva a Vertières, vinta dagli insorti, e il successivo 1 gennaio la colonia dichiarò la propria indipendenza, secondo stato americano dopo gli Stati Uniti. Il nuovo stato fu ribattezzato Haiti  a ricordo dellapopolazione degli arauachi, i quali chiamavano l’isola Ayiti, e Dessalines ne fu il primo presidente.

Le grandi Antille

Repubblica di Haiti

Bandiera di Haiti

Il nuovo stato repubblicano si impegnò in molte battaglie civili per l’abolizione della schiavitù nel continente americano, pagando un prezzo altissimo per questa scelta sotto il profilo politico, religioso ed economico. Ciò che avvenne dopo si può trovare su qualsiasi libro di storia, ed anche le poche righe scritte andrebbero approfondite. Allora, perché questo preambolo e, soprattutto, cosa ha a che fare con La Traviata di Giuseppe Verdi e i francobolli?

 Dipaniamo la matassa un po’ alla volta.

genealogia della famiglia Dumas

Alexandre Antoine Davy de la Pailleterie

 Alexandre Antoine Davy de la Paillèterie, o marquis de la Paillèterie (Belleville-en-Caux20 guignol 1714 – Saint-Germain-en-Laye15 juin 1786) era un militare e gentiluomo francese, colonnello e commissario generale d’artiglieria. Era il maggiore dei tre figli del marchese Alexandre Davy de la Paillèteriez (1674 – 1758) e di  Jeanne-Françoise Paultre, (or Pautrede Dominon (? – 1757). La sua famiglia aveva ottenuto le terre della Paillèterie, assurte a marchesato da Luigi XIV nel 1708. A causa dei debiti, nel 1738 si trasferì ad Haïti per seguire suo fratello Charles, che là aveva fatto fortuna con le piantagioni di tabacco e zucchero. Dopo dieci anni i due litigarono violentemente, e Antoine se ne andò portando con sè tre schiavi (Rodrigue, Catin et Cupidon). Cambiato il nome in Antoine Delisle e acquisita una piccola piantagione vendendo i tre schiavi, acquistò a peso d’oro una schiava negra di origine africana, affrancandola dalla schiavitù. Questa schiava si chiamava Marie-Césette Dumas, facendone la sua concubina e dalla quale ebbe quattro figli, uno dei quali fu Thomas Alexandre Dumas. Sembra che il cognome della donna sia dovuto al fatto che tutti la chiamavano “la femme du mas” (la donna della masseria). Altri suggeriscono che i nomi Cessette e Dumas abbiano origini africane, probabilmante dal Gabon (dalla parlata Fang della lingua Bantu, nella quale Dûma significa dignità), o da Yoruba o dal Dahomei, paesi d’origine di molti schiavi haitiani. Morto il fratello, vendette tutti i propri figli come schiavi, riservandosi però il diritto di riscatto per il primogenito, e con il ricavato ritornò in Francia, dove, riprendendo il nome, recuperò il titolo nobiliare ed i beni. Venduto il castello della Pailleterie e divenuto ricco, ritornò ancora ad Haiti dove riscattòThomas Alexandre, lasciò gli altri figli sull’isola e rientrò con lui in Francia, dove entrambi vissero in modo molto dissoluto. 

Thomas-Alexandre Davy de la Pailleterie

Thomas-Alexandre Davy de la Pailleterie,  detto “il generale Dumas” (Jérémie, località di Saint-Domingue25 marzo 1762 – Villers-Cotterêts26 febbraio 1806), fu il primo generale “nero” nella storia francese. Nel mondo occidentale, lui e, successivamente, Toussant Louverture, rimasero gli unici generali “neri” fino al 1989, quando l’americano Colin Powell raggiunse un grado analogo nell’esercito statunitense. Nel 1786 si arruolò nell’esercito francese come semplice cavaliere sotto il nome di Thomas-Alexandre Dumas, assumendo quindi il soprannome della madre. Sulla ragione dell’abbandono del cognome paterno e del titolo aristocratico, esistono due diverse versioni: proteggere la reputazione del padre nobile oppure, essendo suo padre in procinto di sposare una donna francese (e questo non piaceva ad Alexandre, poiché sua madre non era mai stata la moglie legittima) , ne ripudiò il cognome ed il titolo.

Allo scoppio della Rivoluzione francese Alexandre era nel suo reggimento a Villers-Cotterêts per proteggere la regione. Grazie anche alla sua prestanza fisica ed al suo notevole coraggio, la sua carriera nell’esercito fu rapidissima, e raggiunse presto il grado di colonnello. Nella cittadina francese sposò Marie-Louise Elisabeth Labouret, una ragazza conosciuta in una locanda, mentre era di stanza con la sua legione ad Amiens, nel Nord della Francia nel 1792. Marie-Louise rimase a Villers-Cotterêts mentre il marito era in missione, avendovi egli acquistato una fattoria di 30 acri. Nel 1794 e nel 1797 nacquero rispettivamente le figlie Marie-Alexandrine e Louise-Alexandrine.

Durante la Rivoluzione si distinse come ufficiale capace e valoroso ed assunse il grado di generale all’età di 31 anni. Come generale combatté nelle Guerre di Vandea (1793-1796), nella Campagna d’Italia (1796-1797) e nella Campagna d’Egitto (1798-1800).

Nella campagna d’Italia, gli austriaci gli affibbiarono il soprannome di Schwarzer Teufel (Diavolo nero), mentre i francesi lo chiamavano l’Orazio Coclite del Tirolo.

Nel 1799, in EgittoAlexandre espresse chiaramente a Napoleone la sua contrarietà alla campagna in atto, aggiungendo che anche il personale militare aveva la medesima opinione.

Non pago della presa di posizione, gli disse di accettare di continuare a combattere per lui purché facesse l’interesse della Francia, e non il suo interesse personale. Come riposta, Napoleone accusò Dumas di diserzione, lo fece congedare e gli impedì di servire nell’esercito francese in futuro. Tornando in Francia, una tempesta lo costrinse a fermarsi a Taranto dove il re di Napoli Ferdinando IV lo fece imprigionare per due anni. Infatti, all’epoca Ferdinando era in guerra con la Francia. A causa della durezza della detenzione, al rilascio era semiparalizzato, quasi cieco da un occhio e sordo da un orecchio. La Francia non gli assegnò mai una pensione, perché Napoleone non gli perdonò mai il suo orgoglio. I figli del generale Dumas, ormai povero, accusarono sempre Napoleone di “implacabile odio” nei confronti del genitore. Nel 1802 ebbe un figlio dalla moglie Marie-LouiseAlexandre. Il generale morì per un cancro allo stomaco il 26 febbraio 1806. Suo figlio, il futuro autore de I tre moschettieri, aveva 3 anni e mezzo.

Alexandre Davy de La Pailleterie Dumas

Come detto, Alexandre Davy de La Pailleterie Dumas, detto Alexandre Dumas – padre (Villers-Cotterêts24 luglio1802 – Puys, località di Dieppe5 dicembre1870) aveva solamente tre anni quando il padre morì, e fu quindi allevato dalla madre, Marie-Louise Elisabeth Labouret. A causa della mancanza di denaro, Alexandre non potè seguire studi regolari ed approfonditi, e si traferì a Parigi per fare il copista per il duca d’Orléans (futuro re di Francia), grazie alla sua ottima calligrafia. Autore prolifico, ottenne in vita uno straordinario successo di pubblico.  I suoi romanzi più noti sono I tre moschettieri e Il conte di Montecristo. Per quanto riguarda il suo rapporto con l’Italia, Dumas fu amico e ammiratore di Giuseppe Garibaldi. Durante la spedizione dei Mille lo raggiunse e gli fornì delle armi. Era presente alla Battaglia di Calatafimi, e la descrisse ne I garibaldini (1861). Era ancora con Garibaldi per l’ingresso a Napoli, e l’eroe lo nominò “Direttore degli scavi e dei musei”. Restò in carica fino al 1864 quando decise di dimettersi, constatata l’avversità dei napoletani, che non accettavano che tale incarico fosse stato affidato ad uno straniero. Nello stesso periodo fondò e diresse il giornale L’Indipendente, al quale collaborò il futuro fondatore del Corriere della SeraEugenio Torelli Viollier. Profondo conoscitore di Napoli, si ispirò alla città per scrivere I Borboni di Napoli, Il Corricolo e La San-Felice (biografia romanzata di Luisa Sanfelice).

Alexandre Dumas

Alexandre Dumas, detto Alexandre Dumas – figlio (Parigi27 luglio1824 – Marly-le-Roi27 novembre1895) era figlio di Alexandre Dumas (1802 – 1870) e della sua vicina di pianerottolo, Catherine Laure Labay (1793 – 1868). Venne dichiarato figlio naturale di padre e madre sconosciuti e messo in collegio, venendo riconosciuto solamente nel marzo 1831. Dopo una difficile battaglia sostenuta dai genitori per la sua custodia, venne assegnato al padre. Per questi motivi serbò sempre un profondo rancore verso il padre, che riecheggia nelle sue opere, caratterizzate da temi sociali quali la disgregazione della famiglia. A diciassette anni Dumas abbandonò il collegio e si diede a quella vita oziosa e galante che conduceva il padre. Nel settembre 1844 a Parigi conobbe Marie Duplessis, ed ebbe con lei una relazione fino ad agosto del 1845. Fu proprio questa donna, morta di tisi nel 1847 a soli 23 anni, ad ispirargli il suo più noto romanzo: La signora delle camelie (1848). Nelle sue opere Dumas affrontò spesso temi assai delicati per l’epoca, quali la condizione della donna, il divorzio e l’adulterio. Tra le opere di questo periodo vanno ricordate Démi-Monde (1855), L’amico delle donne (1864), Le idee della signora Aubray (1867), La moglie di Claudio(1873), Francillon (1887).

Rose Alphonsine Plessis

Marie Duplessis – Cartolina-ricordo di Nonant-le-Pin

Rose Alphonsine Plessis, detta Marie Duplessis, contessa di Perrégaux (Nonant-le-Pin15 gennaio 1824 – Parigi, 3 febbraio1847), fu la celebre «lorette» che ispirò Alexandre Dumas Figlio per il personaggio di  Marguerite Gautier ne La Dama delle camelie. La lorette era una sorta di cortigiana di lusso, e precisamente, secondo la definizione che ne diede nel 1840 Nestor Roqueplan coniando tale neologismo, era une femme galante d’un certain luxe de tenue… cioè una prostituta che possedeva un certo stile. Proveniente da una famiglia povera e problematica (il padre era alcolizzato e la madre se ne era andata), trovò lavoro prima come cameriera in un albergo di Exmes e poi nella vicina Gacé presso una fabbrica di ombrelli. Lo scandalo del concubinaggio con un uomo anziano, favorito dal padre, la induce a cercare fortuna a Parigi dove continuò a mantenersi con lavori umili, fra i quali quello di commessa in un negozio di abbigliamento. Divenuta l’amante di un commerciante, che provvide, come in My fair Lady, a metterla nelle mani di modiste, insegnanti di galateo, ballo, portamento e dizione, arrivò ad essere, a soli sedici anni, una protagonista della vita mondana della capitale. Dotata di una notevole intelligenza, si dedicò alla lettura, imparò a suonare discretamente il pianoforte e riuscì a formarsi una vasta cultura da autodidatta. Dal suo passaporto sappiamo che era alta circa un metro e sessantacinque. Probabilmente su suggerimento del suo amante, sostituisce il nome di battesimo con Marie e, per darsi un tono aristocratico, aggiunge « du » al proprio cognome. Bisogna infatti ricordare che i du Plessis erano una delle grandi famiglie aristocratiche francesi, alla quale apparteneva anche il cardinale Richelieu. Si dice che i suoi amanti più importanti fossero sette, esattamente come i  numero dei cassetti di un suo comò, che probabilmente contenevano i rispettivi «effetti personali». Fra questi, ricordiamo i seguenti :

–    –   visconte  Edouard  Perrégaux, che divenne praticamente suo schiavo oltre che suo marito, facendole ottenere quindi un vero titolo nobiliare

–    –   il conte di Stackelberg, ambasciatore russo a Vienna, che la insediò nel lussuoso appartamento della Madeleine, donandole cavalli e carrozze e che le  mandava ogni giorno  fasci di fiori, dai quali lei prese l’abitudine di staccare una camelia per appuntarsela sul seno. Questo fiore delicato e senza profumo era uno dei pochi che i suoi polmoni malati riuscivano a sopportare. Per venticinque giorni al mese portava una camelia bianca, per gli altri cinque, rossa.

–    –   Agénor de Gramont duca di Guiche, Ministro degli Esteri sotto Napoleone III

–    –   Franz Liszt, il grande compositore che, in una lettera a Marie D’Agoult (sua amante e madre di Cosima, che sposerà Richard Wagner) da Leopoli (1° maggio 1847), scrive testualmente: E’ la prima donna di cui sono stato innamorato, che si trova in non so qual cimitero, abbandonata ai vermi del sepolcro! Ella me lo diceva bene quindici mesi or sono: «Io non vivrò; sono una ragazza singolare e non potrò reggere a questa vita che non so condurre e che non so del resto sopportare. Prendimi, portami dove vorrai; non ti darò fastidio, dormo tutto il giorno; la sera mi lascerai andare allo spettacolo e la notte farai di me quel che vorrai!»

–    –   Alexandre Dumas figlio (vedi sopra), che, grazie all’amico Eugene Dejazet, conobbe la femme fatale ad una festa nel 1844. Ritiratasi dal salone per un accesso di tosse, Alphonsine ricevette l’appassionata dichiarazione di Alexandre; nacque una relazione che durò circa un anno, finché il giovane scrittore, che per lei aveva speso una fortuna, non fu più disposto a tollerare che lei mantenesse relazioni con i suoi ricchi amanti Stackelberg Perrigaux. «Io non sono né così ricco per amarvi come vorrei – le scrisse nella lettera d’addio – né così povero per essere amato come voi vorreste

La donna morì poverissima il 27 febbraio 1847 a causa di una grave forma di tubercolosi, ma già dal 1845 il medico curante dott. David-Ferdinand Koreff le prescriveva, contro la tisi, 10 mg di stricnina al giorno (!). Tutto ciò che ancora possedeva fu messo all’asta.

Gacé – museo della Signora delle Camelie – bando per la messa all’asta degli averi di Marie Duplessis 

busta-ricordo di Gacé

La signora delle camelie

La Dame aux camélias (La signora delle camelie , o La dama delle camelie), è la versione romanzata delle vita di Marie Duplessis, uscì nel 1848, mentre la trasposizione teatrale avvenna a Parigi il 2 febbraio 1852, con musiche di scena di Jean Baptiste Édouard Montaubry (1824 – 1883?).

Il personaggio di Marie diventa qui Marguerite Gautier.

Francobollo di Haiti dedicato al romanzo di Dumas figlio

La Traviata

 L’opera di Giuseppe Verdi, tratta da La signora delle Camelie e con il libretto di Francesco Maria Piave, andò in scena al Teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo 1853, con esito negativo. Esistono diverse testimonianze dell’infausta serata, compresa quella lapidaria dello stesso Verdi, ma la più attendibile è probabilmente costituita dai ricordi del compositore triestino Alberto Randegger (Trieste, 1832 – Londra, 1911). Ancora giovanissimo, il musicista giuliano aveva preparato il soprano per la rappresentazione di Stiffelio nella città giuliana nel 1850. Rimasto folgorato dalla figura di Verdi, grazie a lui ottenne che gli fosse riservata una sedia in orchestra per la “prima” veneziana de La Traviata, essendo il teatro completamente esaurito.

Il Teatro La Fenice di Venezia all’epoca della “prima” de La Traviata

Foglietto emesso dalla Repubblica di San Marino in 
Occasione della riapertura del Teatro La Fenice di Venezia  dopo il recente incendio

Ritorno ad Haiti…Abbiamo dunque compreso il motivo per il quale la Repubblica di Haiti per ben due volte ha emesso una serie di francobolli in omaggio ai Dumas. Addirittura, la prima serie, del 1936, è stata la prima ad essere stampata ad Haiti. Precedentemente, venivano usati francobolli inglesi (dal 1865 al 1881), mentre i primi francobolli haitiani furono emessi il 1° luglio 1881. Però, la prima emissione stampata “in” Haiti è proprio la serie dedicata ai Dumas, prodotti dalla Compagnie Lithographie d’Haiti.Ecco le due serie complete, emesse rispettivamente nel 1936 e nel 1961.

I tre Alexandre Dumas: il generale, Dumas padre e Dumas figlio

Dumas padre e figlio – Vingt ans après di Dumas padre – La casa del generale Dumas ad Haiti

Il conte di Montecristo di Dumas padre – I tre moschettieri di Dumas padre – La signora delle camelie di Dumas figlio

Le Poste… Traviate

Alcuni francobolli dedicati a La Traviata di Giuseppe Verdi

Fanny Salvini Donadelli (Francesca Lucchi) La prima Violetta ne La Traviata (Firenze, ca.1815 – Milano, 1891)

Scena de La Traviata – Francobollo emesso dall’Irlanda in occasione del 50° anniversario della Grand Opera Society di Dublino

Francobollo dedicato a La Traviata tratto dalla serie emessa dalla Repubblica di San Marino in occasione del 100° anniversario della morte di Giuseppe Verdi (2001)

Foglietto emesso dal Principato di Monaco nel 2013 in occasione del200° anniversario della nascita di Giuseppe Verdi. Il ritratto è opera di Claude Andréotto. L’Office des Émissions de Timbres-Postedel Principato di Monaco comunica che la parte destra del francobollo rappresenta una scena de La Traviata. Non sarà invece Otello?

– 24 agosto 1958 – ripresa nelle Terme di Caracalla di Roma di “La traviata”, melodramma (2° versione) in 3 atti e 11 numeri di Giuseppe Verdi, libretto di Francesco Maria Piave (da Alexandre Dumas “fils”: “La dame aux camélias”), dirige Giuseppe Morelli, maestro del coro Giuseppe Conca, regia di Eugenio Antoni, coreografia di Guglielmo Morresi, scenografia di Camillo Parravicini {soprano drammatico coloratura Gabriella Tucci (Violetta), mezzosoprani lirico Maria Huder (Flora) e Gina Ercole (Annina), tenori lirico Agostino Lazzari (Alfredo), buffo Mino Russo (Gastone), Mario Rogani (commissionario) e Paolo Caroli (Giuseppe), baritoni lirico Giuseppe Taddei (Giorgio Germont), lirico Antonio Sacchetti (Douphol) e buffo Virgilio Stocco (d’Obigny), bassi profondo Umberto Frisaldi (Grenvil) e Filiberto Picozzi (domestico)} (da Amadeusonline)

– 1958 – 2008 – 50° de La Traviata interpretata da Maria Callas a Lisbona

– 1951 – Italia – 50° della morte di Giuseppe Verdi

– 1951 – Territorio Libero di Trieste – 50° della morte di Giuseppe Verdi

1963 – Italia – 150° della nascita di Giuseppe Verdi

– 2001 – Italia – 100° della morte di Giuseppe Verdi

– 2001 – Città del Vaticano – 100° della morte di Giuseppe Verdi

– 2001 – Repubblica di San Marino – 100° della morte di Giuseppe Verdi

CURIOSITA’

Lo “svarione” mozambicano

Nel 2012 il Mozambico ha emesso una serie (qui riunita su foglietto) in occasione del 210° anniversario della nascita di Alexandre Dumas padre. Il francobollo in basso a sinistra rappresenta La signora delle camelie (!)

Una sfortunata rappresentazione genovese

 Cronaca tratta da Il Caffaro, Genova, 13 marzo 1890

«Nel mezzo del teatro Genovese/ Mi ritrovai con la Traviata oscura,/ Allestita in un modo assai cortese. Ma la Traviata avea tanta paura/ Che finì per cantare in assabese, /E questo fu per tutti una sventura. Poiché c’era il baritono Sammarco/ E‘l tenore Giuseppe Russitano/ Che sostennero bene il loro incarco. E con entrambi, il pubblico sovrano,/ D’applausi e di chiamate non fu parco,/ Ma l’opera era monca e il caso strano./ A un certo punto un cavaliere antiquo/ Sulla ribalta venne ad avvertire/ Che la Traviata aveva un male iniquo,/ Da impedirle perfin di proseguire/ Sicché l’opera andò nel modo obliquo/ Ch’io non vi dico, ne vi posso dire./Il teatro era pieno come un uovo/ E c’era folla di signore belle,/ Fatto piacente, ma non certo nuovo. Chiasso alla fine e suon di man con elle; Sicchè ancora intontito me ne trovo…/ E quindi uscimmo a riveder le stelle».

I fiori di Marie Duplessis e i francobolli

A partire da Marie Duplessis, il filo conduttore del personaggio di Violetta, se si esclude la tubercolosi, è quello dei fiori

Abbiamo visto che il vero nome della Duplessis era Rose

– 1981 – Italia

Il nome del personaggio del romanzo di Dumas è Marguerite

– 1995 – Finlandia

Il titolo del romanzo di Dumas è La signora della camelie

– 1982 – Italia

Il nome del personaggio verdiano è Violetta

– 2003 – Finlandia

Bibliografia on-line

Antoine-Alexandre Davy de la Pailleterie (1714 – 1786)

http://www.geni.com/people/Alexandre-Antoine-Davy-de-la-Pailleterie/6000000006575334514

Thomas-Alexandre Dumas (1762 – 1807)

http://www.geni.com/people/G%C3%A9n%C3%A9ral-Thomas-Alexandre-Dumas/6000000001388014445

Marie-Louise Élisabeth Labouret (1769 – c.1838)

http://www.geni.com/people/Marie-Louise-Labouret/6000000001388037513

Alexandre Dumas (Davy de la Pailleterie) (1802 – 1870)

http://www.geni.com/people/Alexandre-Dumas-p%C3%A8re/6000000006575220761

Alexandre Dumas, fils (1824 – 1895)

http://www.geni.com/people/Alexandre-Dumas-fils/5105915360290071629

i Dumas

http://www.haiticulture.ch

inoltre, nelle lingue: italiano, inglese, francese:

www.wikipedia.org

la Francia nei francobolli mondiali

http://albumdetimbres.blogspot.it/search?q=haiti

storia dei francobolli di Haiti

http://www.haitiphilately.org/presents/ReferenceMaterial.htm

catalogo dei francobolli di Haiti

http://www.catawiki.fr/catalog/timbres-poste/pays-territoires/253249-haiti

il generale Dumas nei francobolli

http://timbreshistoire.blogspot.it/2010_09_01_archive.html

Dumas padre nella filatelia

http://www.dumaspere.com/pages/phototheque/timbres.html