LA FLOTTA DI CRISTOFORO COLOMBO

Primo viaggio verso il Nuovo Mondo

La flotta del primo viaggio

La tradizione storica ci ha tramandato che la flotta di Colombo era composta di tre caravelle. In realtà, le caravelle erano solo due, cioè la “Niña” e la “Pinta”.

Dotata di uno scafo leggero, la cui opera morta era poco elevata e con una velatura latina, la caravella era un’imbarcazione adatta a stringere efficacemente il vento, in genere misuravano tra i 21 ed i 23 metri di lunghezza, 6,5 metri di larghezza ed un pescaggio non superiore ai 1,8 metri.

24 marzo 1893. Raccomandata da Toledo Ohio (USA) per Amburgo. Intero postale e affrancatura supplementare con francobolli riproducenti la flotta e l’ammiraglia. Intero postale e francobolli, celebrativi del 4° centenario della scoperta dell’America.

La “Carabela” o “Caravela” deriva dal caravo moresco tipico del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano, in seguito introdotto nel Mediterraneo da parte degli arabi, l’adozione di questo tipo di vela da parte dei popoli mediterranei, che è giunta fino a noi col nome di “Latina”.

5 settembre 1957. Cartolina da Aden per Genova con affrancatura meccanica riproducente un “caravo” moresco.

I Portoghesi  con l’esperienza acquisita in altomare, trasformavano in quadra la velatura di trinchetto, prendendo la denominazione di “carabela redonda” o “carabela quadra”. Nella lingua spagnola ed in quella portoghese i due termini erano equivalenti.

La “Pinta” con velatura latina, era trasformata in quadra prima della partenza da Palos; stessa trasformazione per la “Niña” ma al passaggio delle isole Canarie.

Per quanto riguarda l’ammiraglia la “Santa Maria”, i più grandi studiosi di Colombo sono concordi che era una “nao”. Nel suo “giornale di bordo”, lo stesso Colombo la chiama sempre “nao”.

L’ammiraglia “Santa Maria”.

La “Santa Maria” era una nave galiziana il cui precedente nome era “Gallega”, una barca tonda lunga circa 24 metri e larga circa 8, pesante circa 100 tonnellate e con un pescaggio di circa 2 metri.

Dotata di quattro vele quadre ed una latina, meno adeguata a navigare di bolina, quindi più lenta, tanto che più di una volta le caravelle “Niña” e “Pinta” dovevano accorciare le vele per dare la possibilità all’ammiraglia di stare al passo.

Proprietario e comandante della “Santa Maria” era il pilota e cartografo Juan de La Cosa, ma con la presenza a bordo dell’Ammiraglio si doveva considerare il secondo.

Colombo, ed i fratelli Pinzón

Al comando della “Pinta” era Martìn Alonso Pinzón. Suo fratello Vincente Yañez Pinzón comandava la “Niña”; quando la “Santa Maria” naufragò la notte di Natale del 1492, al largo di Hispaniola l’attuale Haiti, il comando passava a Colombo, questa caravella era la preferita dell’Ammiraglio.

Michele Perrone

Bibliografia:

I viaggi di Colombo, la grande scoperta.

Paolo Emilio Taviani

Istituto Geografico de Agostini Novara – 1984