PALAZZO SAN GIORGIO

CAPITOLO I

Cartolina riproducente San Giorgio mentre uccide il drago.

Cenni storici

Per volontà del Capitano del Popolo Guglielmo Boccanegra, eletto nel 1257, ne ordina la costruzione del palazzo sulla spiaggia della così detta “ripa maris”.

A costruzione già iniziata, viene dato l’incarico a frate Oliverio, monaco dell’abbazia di Sant’Andrea in Sestri, per adattare in modo appropriato il palazzo quale sede del Capitano del Popolo.

Il Capitano del Popolo nel 1262 è sollevato dal suo incarico, in quanto è diventato superbo e crudele. La destinazione del palazzo cambia, diviene la sede del Comune.


Cartolina riproducente l’ala trecentesca del palazzo, da un acquarello di Aurelio Craffonara.

Cortile trecentesco del palazzo.

Il Principe di Taranto, figlio del Re Carlo d’Angiò, nel 1278 è ospite di questo palazzo.

A seguito della battaglia di Curzola vinta dalla flotta genovese al comando di Lamba Doria, nel 1298, sulla flotta veneziana, sono fatti numerosi prigionieri, tra questi è presente Marco Polo il quale è rinchiuso nelle prigioni del palazzo. Secondo la tradizione in queste prigioni, detta le memorie dei suoi viaggi in oriente ed il suo soggiorno presso il Gran Khan della Cina, a Rustichello da Pisa, libro conosciuto come il Milione.

Marco Polo.

Marco Polo, mosaico di Francesco Salviati,
Palazzo Tursi, Genova

Marco Polo.

Biglietto postale del 500°  della Scoperta dell’America, all’interno del quale sono riprodotti Marco Polo e Rustichello da Pisa.

Il palazzo nel 1340 cambia destinazione d’uso, diventa sede della Dogana, quindi nei locali prendono posto gli uffici incaricati a riscuotere gli introiti seguenti: denari del mare, riva grossa, vino, pedaggio di Gavi e Voltaggio, nonché l’1% su certi generi di provenienza francese.

Oltre ad ospitare gli uffici della Dogana, trovano spazio gli uffici della Darsena e le carceri per i debitori.

Palazzo San Giorgio ala trecentesca.

In seguito sono radunati pure altri uffici marittimi e commerciali.

Trovano inoltre posto nel palazzo gli uffici della pubblica amministrazione:

  • Consoli dei pubblici introiti (vigilanza sull’esazione delle vendite pubbliche).
  • Uffici assegnazione dei mutui.
  • Istituto per la sicurezza dei creditori e per la regolarizzazione del pagamento degli interessi con l’incarico di esigere il prodotto delle gabelle assegnate, quindi pagarne l’interesse ed il rimanente destinato per l’estinzione del capitale.
  • Ufficio dei Confortatori per l’esazione dei contribuenti ed impresari dei dazi, gabelle e altri crediti del Comune nei confronti dei residenti in città.
  • Ufficio delle Calleghe, affidato ad un giudice straniero, giudicante su questioni di gabelle.
  • Ufficio della Mercanzia, tribunale con giurisdizione su questioni marittime e commerciali.
  • Ufficio della provvigione per la navigazione, con giurisdizione sugli armamenti di mare.
  • Ufficio della “Gazaria”, incaricato sugli affari degli stabilimenti del Levante, Crimea (Gazaria), penisola della Tartaria.

Sotto il Doge Gabriele Adorno, il palazzo nel 1368 è ingrandito, a causa l’eccessiva concentrazione degli uffici.

Banco di San Giorgio, stampa acquarellata di Renzo Cordiviola.

Per il palazzo una particolare svolta avviene nel 1407, tutte le Compere del debito pubblico della Repubblica, già appaltata ai privati in tempi ed interessi diversi, la maggior parte delle Compere sono concentrate in una nuova Società, la quale prende il nome di San Giorgio; ma solo nel 1408 è operativa, gli azionisti di detta Società sono garantiti da un interesse del 7% oltre l’1% per spese d’ufficio. La concessione del palazzo a questa Società, da parte della Repubblica, inizialmente è a titolo temporanea, solo nel 1451 diviene perpetua, da quest’anno il palazzo prende il nome di San Giorgio, ovvero Casa di San Giorgio.

Riunione degli azionisti della Società delle Compere di S. Giorgio, dipinto di G. Capranesi.

S. Giorgio di Donatello.

” San Zorzo valente
ammassa o serpente
o serpente o l ‘ ammia
San Zorzo o ghe tia! “

(Anonimo)

S. Giorgio del Carpaccio.

Opuscolo ” Il Palazzo di San Giorgio ” dell’Avv. Cesare Festa, nel quale sino descritte le sale dell’omonimo palazzo.
La copertina riproduce l’affresco nell’atrio del cortiletto.

” Io vo’ vedere il cavalier de santi

il santo io vo’ veder de’ cavalieri “

Giosue Carducci

Cartolina riproducente il San Giorgio di Andrea Mantegna, Accademia di Belle Arti, Venezia.

San Giorgio di Vitale da Bologna, Pinacoteca Nazionale, Bologna.

Le discordie cittadine in atto in questi anni non ostacolano la buona amministrazione della Casa si  S. Giorgio, che procede con regolarità, perciò attira sempre nuovi azionisti.

Ampliamento del palazzo realizzato nel 1571.

Nel 1571 è aggiunto all’antica ala del palazzo una nuova costruzione dotata di una vasta sala detta delle “Congreghe” ed un’altra per accogliere i Protettori. L’edificio è danneggiato da un incendio nel 1581, nuovi lavori sono necessari, dopo dei quali nel 1590 la facciata è affrescata da Andrea Semino, con sovrastante torre, in seguito è aggiunto un orologio a campana. Detta campana in bronzo, è donata nel 1667 dalla Repubblica d’Olanda, in cambio degli statuti e regolamenti della Casa di S. Giorgio.

A causa di un rapido deterioramento della facciata, nel 1606 il pittore Lazzaro Tavarone esegue, “ex novo”, l’affresco raffigurandovi S. Giorgio a cavallo mentre trafigge il drago.

Nelle varie sale del palazzo, a partire dal 1473 e per circa due secoli, sono collocate statue di benefattori; tutti esponenti della Genova bene, desiderosi di lasciare al Banco di San Giorgio dei soldi, con i quali il Banco possa attuare una politica di sgravio delle tasse sui generi di prima necessità che opprimono la povera gente.

Per questi lasciti, detti benefattori, hanno diritto di essere ricordati con una statua.

Sala delle Congreghe o delle Compere.

Un trono è sistemato nella sala, dove siedono i protettori in occasione delle pubbliche adunanze e tutt’intorno i banchi dell’ufficio del tesoriere generale e quelli dei notai incaricati della scritturazione e custodia dei “cartulari”.

Nella sala delle Congreghe sono collocate numerose statue in marmo di patrizi che hanno operato cospicui lasciti alle pie fondazioni, opere realizzate dai migliori scultori del tempo.

  • Battista Grimaldi, seduto, in una edicola in posizione centrale, con una lapide che ricorda i suoi lasciti in favore del porto, l’acquedotto, per l’estinzione d’imposte, per redimere i cattivi soggetti e per dare una dote alle ragazze bisognose.
  • Brancaleone Doria, in piedi, per un lascito di 384 luoghi per l’estinzione delle imposte.
  • Paolo Doria Ceva, in piedi, per un lascito  di 1000 luoghi per l’estinzione delle imposte.
  • Battista Lomellino, in piedi, per un lascito di 320 luoghi per sgravi e beneficenza.
  • Francesco Oncia, seduto, per un lascito di 100 luoghi per la diminuzione delle imposte.
  • Raffaele Salvago, in piedi, per un lascito per l’estinzione dei debiti pubblici.
  • Paolo Invrea, in piedi, per un lascito di oltre 100 luoghi a diminuzione delle imposte.
  • Piero Gentile, seduto, nel 1539 ancora in vita destina 125 luoghi per l’estinzione della gabella del grano.
  • Angelo Cioccia, in piedi, per un lascito di 200 luoghi per diminuire le gabelle annonarie.
  • Leonardo Spinola, in piedi, per un lascito di molti luoghi per diminuire le imposte.
  • Lazzaro Doria, in piedi, per un lascito di 1300 luoghi per diminuire le gabelle, soccorrere i poveri e dotare le ragazze da marito.
  • Baldassarre Lomellino, in piedi, per un lascito di 1900 luoghi per diminuire le gabelle ed in favore dei poveri.

Palazzo San Giorgio visto dal porto.

  • Andrea Fornari, in piedi, per un lascito di oltre 200 luoghi per diminuire le gabelle annonarie.
  • Antonio Giustiniani, in piedi, per un lascito di oltre 300 luoghi per l’estinzione delle gabelle.
  • Filippo Da Passano, seduto, per un lascito di 2000 luoghi in aiuto dei poveri.
  • Giulio Da Passano, in piedi, per un lascito di luoghi in aiuto dei poveri.
  • Ansaldo Grimaldi, seduto, per un lascito di 4000 luoghi per diminuire le gabelle e favorire gli studi.
  • Giovanni Durazzo, in piedi, per un lascito di 200 luoghi per beneficenza.
  • Antonio Da Passano, seduto, per un lascito di 4000 luoghi per le elemosine.
  • Giuliano Dinegro, in piedi, per un lascito di 100 luoghi per diminuire le imposte.
  • Manfredo Centurione, in piedi, per un lascito di 2000 luoghi per la diminuzione delle imposte sul frumento ed il vino; per scavare il porto e per dotare le ragazze da marito.

Antico sigillo della Repubblica.

Su apposita mensola era custodito un antico sigillo della Repubblica, andato perduto, oggi rimane solo la lapide che descrive il sigillo.

Nell’attiguo vestibolo si trovano altre quattro statue:

  • Gioacchino Da Passano, seduto, collocata per un lascito di 2200 luoghi per diminuire le imposte e beneficiare i poveri.
  • Giano Grillo, in piedi, per un lascito di 268 luoghi per diminuire le imposte e per beneficenza.
  • Gerolamo Gentile, in piedi, per un lascito di 400 luoghi per diminuire i debiti del Comune.
  • G.B. Lercari, seduto, per un lascito di 100 luoghi per diminuire le gabelle frumentarie e per opere di beneficenza.

Sala detta del Capitano del Popolo.

Nove statue si trovano nella sala del Capitano del Popolo:

  • Melchiorre Di Negrone, in piedi, collocata per un lascito per diminuire le imposte.
  • Ambrogio Di Negrone, in piedi, per la sua carica di commissario in Corsica.
  • Luciano Grimaldi, in piedi, per lasciti per i poveri e per sdebitare il Comune.
  • Eriano Spinola, seduto, per lascito di 126 luoghi per sdebitare il Comune, per diminuire le imposte, ecc.
  • Luciano Spinola, in piedi, per lascito per sdebitare il Comune e per diminuire varie gabelle.
  • Francesco Vivaldi, seduto, inventore del “moltiplico”, con una curiosa lapide, l’unica scritta in vernacolo:

“QUESTA IMAGINE E MISSA COSSI PER MEMORIA DE LO PRESTANTE
NOBILLE MESER FRANCESCO DE VIVALDO FIGLIO DI MESER LEONEL LO QUA
PER ZELLO DE LA PATRIA CONSIDERANDO LO GRANDE DEBITO IN LO QUA
ERA QUESTO MAGNIFICO COMUN DE ZENOA COMPOXE IN LO ANO DE
MCCCLXXI CON LO REZIMENTO DE LO DICTO COMUN DEVEI METTE IN
LE COMPERE DE PAGE DE CAPITULO LOGHI LXXXX A DEVEI MULTIPLICA CON
LO TEMPO PER QUEI LI LOGHI CON LO SUO MULTIPLICO SE DEVESSE DESDEBITA
TUTE QUELLE COMPERE E COMUN COMO PER LI PACTI PER LUI FACTI CON
LO PREFATO REZIMENTO DE LO COMUN SE CONTIEN E ALA SUA MORTE ERAN
ZA TANTO CRESUI LI DICTI LOGHI CHE ASCENDEVANO ALA SUMMA DE
LOGHI CCCCXXXXVIII DE PAXE EHORA IN LO ANNO DE MCCCCLXVII
SE TROVAM ESSERE LOGHI OTTOMILLIA DE SAM ZORZO PER LI QUE
LOGHI E SUO AUGUMENTO SEDE DESDEBITA LE COMPERE DE SAM ZORZO
COMO SE CONTIEN PER LI PACTI FACTI IN LO ANO DE MCCCCLIIII
PER LO REZIMENTO DE LO COMUN CON LO MAGNIFICO OFFICIO
DE SAM ZORZO IN LA TRANSLATION DE LE COMPERE DE CAPITULO
IN SAM ZORZO PER CHE PAR DEGNA COSSA DE TANTO EXCELENTE
CITADIN E SUFRAGIO DA LUI FACTO A TANTO BENEFICIO DE LO
DICTO COMUN E DE QUESTA CITAE FA COSSI COMMEMORATIOM
PER MEMORIA DE LE VIRTUE SOE E IN EXEMPIO E ARREGORDO
CHE DE LI ALTRI VOGLIAM COSSI FA E CIASCHUM PER ANIMA
DE QUELLO LO ALTISSIMO DEE PREGAR”

  • Domenico Pastene, in piedi, per lascito di vari luoghi per sdebitare il Comune.
  • Francesco Lomellino, seduto, per lascito di 3500 luoghi per diminuire le gabelle.
  • Antonio Auria, seduto, per lascito di vari luoghi per diminuire le gabelle.

Biglietto postale ed annullo speciale riproducente Palazzo S. Giorgio.

Organigramma della Casa, Ufficio o Banco di San Giorgio

                                                          –  Gran Consiglio

                                                                   composto di 400 membri, azionisti o possessori di “Luoghi”.

                                                          –  Governo del Banco 

                                                                  – Un priore

                                                                  – Otto Protettori delle Compere

                                                                  – Ufficio dei Sali

Sigillo usato nel XV secolo dall’ufficio dei protettori  delle Compere.

Con la costituzione del Portofranco (1595), primo al mondo, il quale dipendeva da un governatore, quindi sotto l’autorità dei Protettori.

Documento del 1800, relativo ai compratori dei magazzini del Portofranco e delle attigue botteghe.

Documento del 1718, relativo al Gran Consiglio di San Giorgio, riguardante la Gabella dell’Olio.

Documento del 1719, relativo ai Protettori di San Giorgio, riguardante una causa.

Al Banco  di S. Giorgio si fa risalire il primo esempio di “Lettera di cambio” e la teoria del “moltiplico” (interesse composto).

La storia del Banco è saldamente intrecciata con la storia di Genova, in quanto tutti i grandi affari politici ed economici, i prestiti colossali al governo, le riscossioni dell’entrate della città e delle colonie, sono attività amministrate dal Banco di S. Giorgio per conto della Serenissima Repubblica di Genova.

Traccia dell’amministrazione del Banco, una potenza mondiale, che il Machiavelli ha definito: “Uno Stato nello Stato”, è contenuta in grossi volumi, anno per anno dai suoi inizi alla sua massima espansione, fino agli anni della decadenza.

Nicolò Machiavelli dal dipinto di Sante di Tito, Firenze, Palazzo Vecchio.

Sigillo usato nel XVII secolo dai Protettori delle Compere di S. Giorgio

Grida emanata dall’Ufficio dei Sali, nel 1640, riguardante gli ordini criminali per trasportare, trattare, ricettare ed introdurre senza licenza
nel Dominio della Repubblica di Genova, “sotto la pena della vita”.

Sigillo usato nel XVII secolo dall’Ufficio dei Sali di S. Giorgio.

Bollette della Gabella del Grano, rilasciate nel 1615 e nel 1675 a Portovenere, dagli agenti delle Compere di S. Giorgio.

Alle gabelle più antiche come quelle sul sale, i grani, il ferro ed il vino, altre si aggiungono fra il 1656 ed il 1683, come quelle sul tabacco, sull’acquavite, sui rosoli e sul caffé.

In momenti critici per la Repubblica, la Casa di San Giorgio riceve, in forma di deposito o cessione definitiva, alcuni possedimenti d’oltremare e di terraferma:

  • La città di Pietrasanta (1446).
  • L’isola di Cipro (1447).
  • La Colonia di Famagosta (1447).

Isola di Cipro

Colonia di Famagosta

L’isola della Corsica (1453).

Carta geografica della Corsica, dall’antico atlante dell’Ortelius del 1572.

  • La Colonia di Caffa (1453).
  • La Colonia di Soldaia (Sudak), (1453).
  • La Colonia di Cembalo (Balaklava), (1453).
  • La Colonia di Samastro (Amasra), (1453).

Busta postale dell’URSS, riproducente la Colonia di Soldaia (Sudak).

  • La Colonia di Tana (1453).
  • La Colonia di Copa (1453).
  • La Colonia di Sebastopoli (1453).
  • La Colonia di Trebisonda (1453).
  • Terra e Castello di Lerici (1479).

Biglietto postale e annullo speciale, riproducenti il Castello di Lerici.

  • La città di Sarzana con Sarzanello, Castelnuovo, Ortonovo, Santo Stefano (1484).

La Rocca di Sarzanello.

  • La Pieve di Teco e la Valle d’Arroscia(1512).
  • La Città di Ventimiglia (1514).
  • La Città di Levanto (1515).
  • Il Feudo di Ponzano (1540).

Nel 1453 Maometto II, sultano dei Turchi, occupa Costantinopoli ponendo fine all’Impero Bizantino (Impero Romano d’Oriente).

Intero postale della Baviera, veduta di Costantinopoli.

Il Banco, si vede privato delle colonie del Levante una dopo l’altra; da questo fatto il Banco di San Giorgio è sollevato dalla gestione delle colonie, quindi ne beneficia la quotazione dei propri titoli del debito pubblico i “luoghi”.

La Casa di San Giorgio riceve periodicamente dalla Repubblica la concessione di battere moneta, nonché la direzione della stessa Zecca. Nel 1484 riceve l’incarico di battere i “grossoni” o “testoni” d’argento.

I contabili, di Marinus Van Reymerswaele (1492-1570), Monaco Alte Pinakothek.

Verso la fine del XVI secolo è aperta una speciale contabilità, al “cartulari de numerato”, sono aggiunti:

“cartulario degli scudi d’oro””cartulario degli scudi d’argento” (1606)”cartulario dei reali” (1625)”banco di moneta corrente” (1675)

Nel 1666 il Banco di San Giorgio emette una serie di monete d’argento, le quali raffigurano sul recto San Giorgio e sul verso lo stemma del Banco con la scritta DUX ET GUBERNATORES REIPUBLICAE GENUENSIS. 1666, senza indicazione del valore, in quanto il loro potere d’acquisto è determinato dal peso del metallo.

8 reali Ø 42 mm, peso gr. 25,184 reali Ø 37 mm, peso gr. 12,502 reali Ø 33 mm, peso gr. 6,251 reale Ø 25 mm, peso gr. 3 ~

recto – verso

Il cambiavalute e sua moglie, di Marinus Van Reymerswaele (1492-1570), Museo del Prado, Madrid.

Doveroso e giusto ricordare che il Banco di San Giorgio è servito da modello alle famose banche di Amsterdam, di Amburgo e specialmente di Londra. Quest’ultima sorta per le stesse cause e nutrita in parte con gli stessi mezzi del glorioso banco genovese.

San Giorgio santo protettore dell’Inghilterra.

Verso della moneta della sterlina d’oro.

Dopo una lunga serie di servigi prestati alla Repubblica dal Banco San Giorgio, nel 1746 presta ancora 3.500.000 di lire genovine d’oro, per salvarla dal proposito di un eccidio minacciato dal Generale austriaco, marchese Botta-Adorno, durante i fatti culminati con l’insurrezione popolare del Balilla.

Marchese Antoniotto Botta-Adorno

Autografo del marchese Botta-Adorno

Cartolina maximum riproducente Maria Teresa d’Austria.

Cartolina di propaganda per la sottoscrizione al V prestito nazionale, riproducente l’inizio dell’insurrezione, al grido “Che l’inse?” del Balilla.

Annullo commemorativo del 250° anniversario dell’episodio del Balilla.

Cartolina riproducente “La rivolta di Genova contro gli Austriaci – 5 dicembre 1746”
Quadro dei pittori Emilio Busi e Luigi Asioli.

Quando il danno di questo esborso è ormai sanato dai saggi provvedimenti adottati ed alla costante rigida onestà amministrativa del Banco; la rivoluzione giacobina nel 1797 travolge la Repubblica.

Questo buon governo della finanza pubblica, ha fine con la caduta della Repubblica Aristocratica  e con l’avvento della Repubblica Democratica Ligure, al Banco sono cancellati i privilegi, avocando direttamente alla Repubblica tutte le riscossioni delle gabelle da cui trae gran parte delle risorse.

Palazzo di S. Giorgio, La Madonna Assunta, nel tabernacolo completo di baldacchino, due angeli che sostengono la corona reale, altri due angeli offrono fiori.
Scultura del XVIII secolo.

Ricevuta di pagamento relativa all’affitto per l’uso dei magazzini di S. Bernardo in Porto Franco, saldata con un biglietto di Cartulario della Banca di S. Giorgio, come oggi si paga con un assegno circolare.

Medaglia commemorativa di Luigi Corvetto.

Luigi Corvetto, futuro ministro delle Finanze a Parigi sotto l’impero napoleonico, difende strenuamente l’esistenza del Banco di San Giorgio.

“rifugge  dalla mia immaginazione il pensare che possa perire, dopo molti secoli di splendore e di gloria, la Banca che come diè origine al biglietto di cartulario, così fu pure modello sopra di cui si sono quindi formate le celebri Banche di Amburgo, di Amsterdam e di Londra, che tanto hanno contribuito ad estendere i mezzi d’industria e la prosperità commerciale di quelle Nazioni”                      
Luigi Corvetto

Il Palazzo è destinato ad uso di dogana, durante il Governo sotto l’egida francese, sotto l’Impero Francese e così con la successiva annessione al Regno di Sardegna quindi al Regno d’Italia; in quest’ultimo periodo deve soffrire ogni specie di vandalismo.

Nel 1805 anno della costituzione della Consulta dei Mercati, l’attuale Camera di Commercio ed Industria, può riunirsi in una sala di Palazzo San Giorgio. Successivamente non essendo più disponibile la sala per le riunioni, l’organismo mercantile è spostato in altro palazzo; a Palazzo San Giorgio ritorna dal 1837 al 1845.

4 gennaio 1817
Lettera da Genova per Ovada in porto pagato con tassa riscossa di 4 soldi al verso.
Al recto bollo “PP/Genova” e bollo amministrativo in cartella “Dogane e Portofranco”.

Nella seconda metà del XIX secolo, con la sistemazione della piazza Caricamento e con l’arrivo della ferrovia (1853), per questioni di viabilità è presa in considerazione la possibilità di demolire la parte medioevale del Palazzo di San Giorgio, scatenando una serie di aspre polemiche alle quali prese parte anche Giosué Carducci, fortunatamente il pericolo è scongiurato.

Giosuè Carducci.

Cartolina riproducente piazza Caricamento, in cui è sistemata la stazione ferroviaria.

Nella piazza Caricamento, di fronte al Palazzo San Giorgio, nel 1889 è collocato un monumento, opera di Augusto Rivalta, dedicato a Raffaele Rubattino, fondatore della prima compagnia  di navigazione a vapore genovese, il quale nel 1860 mette a disposizione le sue navi “Piemonte” e “Lombardo” per la spedizione dei Mille.

Cartolina riproducente il monumento a Raffaele Rubattino, nella posizione originaria.
Sullo sfondo s’intravede il Palazzo San Giorgio prima del restauro.

Nel 1890 iniziano i lavori di restauro di questa ala del palazzo che nei secoli ha subito le maggiori manomissioni architettoniche; restauro affidato alle cure dell’architetto portoghese Alfredo d’Andrade, sopraintendente dei Beni Architettonici del Piemonte e della Liguria.

Lettera del 4 giugno 1891 da Genova a Firenze indirizzata all’architetto che da un anno cura il restauro del Palazzo San Giorgio.

Nel quadro delle celebrazioni del IV centenario della scoperta dell’America, nel 1892 a Palazzo San Giorgio si svolgono due manifestazioni: il V Congresso storico dal 20 al 27 settembre e la V Conferenza nazionale dei ragionieri dal 2 al 6 ottobre.

Cartolina riproducente la facciata affrescata da Ferdinando Bialele, curioso la nota manoscritta “Prima delle bombe anglo-americane”.

San Giorgio che uccide il drago, particolare centrale della facciata lato mare come oggi si può ammirare dopo l’ennesimo restauro.

Nel 1926 una lapide è apposta, sulla facciata del palazzo lato piazza Caricamento, in memoria di Nazario Sauro:

” NAZARIO SAURO

PER LA REDENZIONE E LA GRANDEZZA D’ITALIA

EBBE

SULL’ADRIATICO MARE

TUTTE LE AUDACIE

SERBO’

SUL PATIBOLO DEGLI ASBURGO

LA FIDENTE SERENITA’ DEL MARTIRE

IL POPOLO DI GENOVA
QUI

DOVE VIVONO LE FULGIDE TRADIZIONI
DI GLORIE MARINARE

CONSACRA

A PROPONIMENTO ED AUSPICIO

X DICEMBRE MCMXXVI”

Cartolina riproducente la cattura di Nazario Sauro – 31 luglio 1916 –
Da un quadro ad olio di Vittorio Pisani.

Il 23 maggio 1987 si costituisce la società Porto Storico di Genova S.p.A., con il compito di realizzare un progetto di rivitalizzazione della zona del porto antico, sempre meno utilizzato per i traffici, compresa tra ponte Embriaco e ponte Morosini, con la costruzione a ponte Spinola di un acquario.

Biglietto d’ingresso all’Esposizione Colombo ’92.

In seguito queste aree ristrutturate, sono utilizzate nel 1992 per l’Esposizione Internazionale specializzata “Cristoforo Colombo: La nave e il mare”.

“Il bigo” struttura simbolo dell’esposizione.

Biglietto relativo l’ascensore panoramico.

Il 14 ottobre 1990 per la seconda volta Sua Santità Giovanni Paolo II giunge in visita a Genova, in occasione del cinquecentesimo anniversario dell’apparizione della Madonna della Guardia sul monte Figonia. Dopo la visita al porto, Sua Santità nella Sala del Capitano di Palazzo San Giorgio, incontra le massime autorità della regione. Da una finestra del Papallo San Giorgio il papa benedice la folla radunata in piazza Caricamento.

Annullo commemorativo del quinto centenario delle apparizioni.

S.S. Giovanni Paolo II in visita a Genova.

Immaginetta della Madonna della Guardia.

Consorzio Autonomo del Porto di Genova

Con la legge del 12 febbraio 1903 è costituito il Consorzio con il mandato di provvedere con gli speciali fondi attribuitigli, alla esecuzione delle opere, alla gestione ed al coordinamento dei servizi nel Porto di Genova.

Il 4 luglio 1903, in una sala della capitaneria, il generale Stefano Canzio assume la presidenza del neonato Consorzio.

Canzio riesce a semplificare i rapporti fra i ceti imprenditoriali ed i lavoratori organizzati nelle varie leghe.

Fotografia di Stefano Canzio, generale garibaldino e sua moglie Teresita figlia di Giuseppe Garibaldi.

Lettera da Genova del 8 ottobre 1869, autografa del Generale Stefano Canzio.

Medaglia commemorativa del Consorzio Autonomo del Porto di Genova, argento smaltato, diametro 55 mm.

Il 4 agosto 1903 si riunisce la prima assemblea del Consorzio Autonomo del Porto di Genova presieduta dal Generale Stefano Canzio.
Acquarello di Gennaro Amato.

Annullo speciale commemorativo del centenario della costituzione del Consorzio Autonomo del Porto di Genova.

Nel 1903 il Generale Stefano Canzio chiede al Ministro della Pubblica Istruzione che il Palazzo San Giorgio sia assegnato al Consorzio del Porto, il palazzo viene concesso a condizione che venga ultimato il restauro iniziato nel 1890 dall’architetto Alfredo d’Andrade.

Etichetta erinnofila dedicata al Consorzio Autonomo del Porto di Genova.

Nel 1904 a Palazzo San Giorgio sono approvati i regolamenti per il lavoro dei carboni minerali e per l’imbarco e sbarco delle merci varie.

Il 14 gennaio 1909 Stefano Canzio muore all’età di settantadue anni, a seguito degli strapazzi subiti durante un’incendio di una decina di chiatte in porto. Svegliato nel cuore di una notte gelida, il generale si precipita in porto a dare ordini in merito all’emergenza, questo gli crea problemi di salute irreversibili portandolo alla morte.

Cartoline riproducenti due momenti del funerale di Stefano Canzio

Calendario del 1927 del Consorzio, riproducente l’estensione del Porto di Genova in questo stesso anno.

Memorandum del Consorzio spedito nel 1928.

Cartolina con affrancatura meccanica del Consorzio Autonomo del Porto di Genova.

Bollettino Ufficiale del Consorzio Autonomo del Porto di Genova, Luglio – Agosto 1941.

Cartolina commemorativa del novantesimo della morte del Generale Stefano Canzio 1° presidente del Consorzio e annullo relativo.

Affrancatura meccanica dell’Autorità Portuale di Genova.

I lavori per la costruzione del bacino del Faro, riservato per lo scarico del carbone, sono solennemente inaugurati il 29 ottobre 1905 alla presenza del Re e la Regina d’Italia.

Cartolina commemorativa della visita dei reali a Genova.

Cartolina riproducente i reali in visita al Consorzio del Porto di Genova.

Cartolina commemorativa della visita dei reali per la posa della prima pietra dei nuovi lavori del porto.

Molte migliaia di persone assistono alla posa della prima pietra, un macigno di 40 tonnellate, un superbo palco eretto sul parapetto del Molo Galliera, riservato ai reali, al presidente del Consorzio del Porto il Generale Stefano Canzio ed agli altri dignitari dello Stato. Per l’occasione sono ospitate in porto le nostre corazzate nonché le squadre amiche: l’Inglese, la Tedesca, la Francese e l’Americana.

Molte migliaia di persone assistono alla posa della prima pietra, un macigno di 40 tonnellate, un superbo palco eretto sul parapetto del Molo Galliera, riservato ai reali, al presidente del Consorzio del Porto il Generale Stefano Canzio ed agli altri dignitari dello Stato. Per l’occasione sono ospitate in porto le nostre corazzate nonché le squadre amiche: l’Inglese, la Tedesca, la Francese e l’Americana.

Cartolina commemorativa della posa della 1a pietra dei lavori in porto.

Biglietto d’invito al ricevimento dato al Palazzo San Giorgio, in onore dei Sovrani.

Nel pomeriggio un solenne ricevimento è organizzato nel Salone delle Compere, opportunamente addobbato con signorile severità, tanto da renderlo imponente e grandioso.

Conferenza Economica Internazionale

Dal 10 aprile al 19 maggio 1922 si svolge nel Palazzo Reale, nel Palazzo Patrone, in cui sono alloggiati i servizi stampa, e nel Palazzo San Giorgio nella sala delle Compere, dove tra l’altro si svolge la seduta d’apertura.

Cartolina riproducente Palazzo Reale, Palazzo San Giorgio sedi dei lavori della conferenza,
inoltre Castello Raggio residenza della Delegazione Italiana.

Busta con gli annulli in uso nell’ufficio postale di Palazzo Reale.

Cartolina riproducente Palazzo Patrone, sede della Casa della Stampa.

Busta con uno degli annulli in uso nell’ufficio postale di Palazzo Patrone.

Tessera di riconoscimento riservata alla stampa.

Tessera di servizio per le sedute plenarie al Palazzo San Giorgio.

Presenti alla conferenza sono 34 paesi europei, riuniti per discutere i problemi economici, finanziari, commerciali, logistici e di regolamenti internazionali, che la Grande Guerra aveva creato.

Biglietto d’invito della seduta di apertura della conferenza.

Degno di nota è il trattato bilaterale stipulato fra Germania ed Unione Sovietica, firmato a Rapallo, ai margini della conferenza, in virtù del quale entrambi i paesi rinunciano alle riparazioni di guerra ed al ripristino delle relazioni diplomatiche.

Sala delle Compere, durante la seduta d’apertura dei lavori.
Da notare gli arredi andati perduti durante i bombardamenti del II° Conflitto Mondiale.

I risultati della conferenza sono certamente inferiori alle aspettative, comunque sufficienti per la ripresa dei rapporti e le relazioni fra gli stati del continente europeo.

Cartoline riproducenti rispettivamente il Presidente del Consiglio e Presidente della Conferenza S.E. Facta
e il Primo Ministro e capo della delegazione inglese Loyd George, corredate dai loro autografi.

Cartolina riproducente la visita del Re Vittorio Emanuele III a Palazzo San Giorgio, durante i lavori della conferenza.

Cartoline commemorative.

Recto – verso

Medaglia commemorativa, rame dorato diam. 100 mm, L.Poliaghi inventò e modellò A.Capuccio incise, realizzata dalla Johnson Milano.

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